Ogni gara affrontata, ogni allenamento, ogni chilometro in qualsiasi condizione climatica sono all’insegna di una passione per la corsa autentica, pura e incrollabile: Francesco Mei, mezzofondista prolungato dell’Academy Olbia, ha dominato quest'anno la stagione di corsa campestre isolana inanellando quattro successi consecutivi tra cui spicca il titolo sardo Assoluto sui 3 km di cross corto.

La sua è la storia di un giovane ragazzo cresciuto sin da piccolo sul tartan: allenato dal papà Gianni (ex atleta di valore) condivide fatiche e sogni con il fratello maggiore Salvatore - con cui varie volte hanno dato sfoggio di una caparbietà notevole – e con le sorelle minori Virginia e la piccola di casa Maria ancora Cadetta. Immancabile la presenza della madre Licia Asara, anche lei con un passato da mezzofondista di tutto rispetto.

Basta guardarlo negli occhi per capire la sua filosofia: poche chiacchiere, abnegazione, sacrifici e coraggio proprio come il suo idolo Steve Prefontaine che ai giochi olimpici del 1972 a Monaco di Baviera incantò tutti con la sua tattica di gara folle, e al contempo, magica.

Mei, il suo è stato un dominio totale in questa stagione del Festival del Cross.

«È andata sicuramente molto bene questa prima fase di stagione, quattro vittorie sono un bel biglietto da visita. Ma non me lo aspettavo, certo le sensazioni erano buone ma puntavo a vincere una prova, non mi sarei mai immaginato di vincerne addirittura quattro».

Ha introdotto delle novità nella sua preparazione?

«No, più o meno gli allenamenti sono rimasti gli stessi: abbiamo aumentato leggermente il chilometraggio settimanale ma è rimasto all’incirca standard, si parla di 6 allenamenti alla settimana con una media di 80 km».

Tra le quattro vittorie conquistate al Festival del Cross qual è quella a cui è più legato?

«Sono state tutte importanti ma sicuramente il primo posto di Pabillonis ha rappresentato il momento in cui mi sono sentito meglio dal punto di vista fisico. Ho corso con agilità, sentivo un’ottima reazione delle gambe e sono riuscito a gestirmi al meglio».

La scorsa settimana ha preso parte ai Tricolori Assoluti a Gubbio.

«Sì, ma non è andata come speravo anche se partecipare a un campionato italiano è sempre bellissimo: ho un problema al legamento crociato che non mi sta facendo esprimere al massimo però mi sono comunque divertito. Gareggiare con così tanti atleti è sempre stimolante».

Quando esordirà su pista?

«Penso il 16 aprile a Cagliari, in occasione dei campionati sardi individuali dei 10000, gara in cui l’anno scorso ho vinto il titolo sardo».

Quali saranno le gare su cui si concentrerà maggiormente?

«I 5000, distanza che affronterò sicuramente per i societari. Poi farò anche qualche 3000, non penso i 1500 essendo una prova molto veloce ma magari qualche uscita anche lì non mancherà».

Sulla mezza maratona invece quando si cimenterà?

«Adesso daremo la precedenza alla stagione su pista all’aperto. Una volta terminata questa, penseremo alle mezze maratone che di certo non mancheranno».

Il suo futuro è nella maratona?

«È troppo presto per dirlo, bisogna aspettare almeno tre anni. Di sicuro, la maratona è una gara che mi affascina molto e che spero di poter disputare più avanti nella mia carriera».

Quanto è importante per lei venire da una famiglia di atleti?

«Sicuramente tanto, sin da bambino ho respirato questo clima. Io amo la corsa, fa parte di me, è la mia più grande passione: non posso farne a meno».

Lei lavora come magazziniere in un negozio di abbigliamento: conciliare atletica e lavoro è possibile?

«Assolutamente sì, è una questione di tenacia e determinazione. Certo, ci sono gli istanti in cui si è più stanchi ma bisogna andare avanti senza mai demordere».

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