«Sarebbe bello che ogni società ci desse a disposizione il nominativo di un arbitro, per avere presto altri Giua o Collu». A dirlo è Roberto Branciforte, capo degli arbitri in Sardegna intervenuto alla trasmissione "L'Informatore Sportivo" su Radiolina per fare il punto sulla situazione arbitrale nell'Isola. «Notiamo una grande disconoscenza del regolamento: da tempo abbiamo incontri per parlare delle regole, del rispetto nei confronti degli arbitri. Stiamo migliorando, ma c'è ancora tanto da fare soprattutto a livello giovanile». Una delle ultime notizie in campo arbitrale riguarda la decisione dell'Olbia di giocare a porte chiuse le partite delle proprie giovanili: «Ben vengano iniziative come quelle dell'Olbia. Auspichiamo sempre che le partite siano aperte a tutti, ma è necessario che ci sia un cambio culturale e gli arbitri non vengano più insultati, rispettandoli così come gli avversari. A tutti piace correre attorno a un pallone, l'arbitro lo fa senza toccarlo e con un fischietto ma è pur sempre uno sport».

Il percorso

Branciforte è arrivato fino alla Serie C nella sua carriera da arbitro. Adesso c'è chi è vicino ad arrivare in Serie A, ossia Giuseppe Collu della sezione di Cagliari che - dopo la promozione di luglio nella CAN - sta dirigendo in B. «Sta facendo bene, lui come gli altri ragazzi sardi hanno molta determinazione e voglia di mettersi in gioco. Aspettiamo l'esordio in A», afferma Branciforte. La figura di Collu può aiutare anche tutto il movimento: «Non abbiamo difficoltà a reperire dei ragazzi per fare gli arbitri, è che dopo due-tre partite scappano. Vedendo l'ambiente soprattutto nel settore giovanile c'è difficoltà di approccio. Sono presidente da due anni, ma da un decennio e più la Sardegna propone degli arbitri: l'auspicio è che le società si mettano in gioco fornendoci dei ragazzi».

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