Il Burcei festeggia la salvezza nel campionato di Seconda categoria, girone A. «Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci siamo posti ad inizio stagione», dice l’allenatore, Danilo Scuda. «Siamo soddisfatti per aver confermato la categoria evitando anche i playout. Siamo praticamente quasi sempre stati fuori dalla zona calda. Non bisogna poi dimenticare che questa è una società nuova, nata due anni fa. All’esordio abbiamo vinto il campionato di Terza categoria e quest’anno ci siamo salvati».

Non sono mancati i momenti difficili. «Durante la stagione abbiamo perso giocatori importanti», continua Scuda, «per quasi un girone intero e questo sicuramente non ha giovato nel nostro percorso. Il girone non era semplice, formato da squadre di livello, tra tutte il Villamar a cui faccio nuovamente i complimenti per la meritata vittoria. La nostra rosa è una delle più giovani del gruppo. I ragazzi hanno dato il massimo superando momenti davvero difficili. Se non c'è un buon gruppo non hai la forza di lottare, quindi a loro va riconosciuto questo merito». 

Il futuro? «Non so ancora cosa accadrà. Ho ricevuto qualche chiamata ma per ora non voglio pensarci. Mi riposo un po’. La società è nata poco tempo fa ma è ambiziosa e non ci ha fatto mancare nulla. Sta facendo un gran lavoro anche con la scuola calcio. Se le loro ambizioni combaceranno con le mie si potrà parlare anche di un possibile futuro insieme, altrimenti vedremo. Vorrei ringraziare il mio staff: Andrea Rundeddu, Salvatore Concas, Francesco Urru, Silvano Monni e Paola Caria. Abbiamo lavorato tanto, discusso, ci siamo confrontati come un gruppo di lavoro deve fare, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo, fondamentale per ottenere buoni risultati. Ma soprattutto», aggiunge, «vorrei ringraziare i miei ragazzi, per aver creduto tutti insieme di potercela fare e raggiungere il nostro obiettivo. Vorrei nominarli uno ad uno, sanno cosa penso di loro e li ringrazio per questi due anni insieme. Mi sento fortunato ad aver condiviso queste gioie con loro. La cosa bella del calcio», conclude, «è che c'è una cosa che non si può discutere, cioè i numeri ed i risultati e quelli sono nettamente dalla loro parte».

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