La vita di Riva, la biografia umana e sportiva. I primi calci al pallone a Leggiuno e dintorni. L'arrivo in Sardegna, il calciatore promettente che diventa campione, simbolo del Cagliari che vince il tricolore. E poi gli anni che fanno da sfondo a quella vicenda: l'Italia della tv in bianco e nero, dei quiz di Mike Bongiorno e di Canzonissima, piena di fiducia e speranze.

Tutto questo nel monologo "Riva Luigi '69 '70, Cagliari ai dì dello scudetto" di e con Alessandro Lay.

Un predestinato, con un carattere di ferro, che ha superato dolori e avversità per diventare Rombo di Tuono.

Lo spettacolo, che è una produzione dei Cada die, fa rivivere le emozioni di una storia di resistenza e di coerenza. Riva uomo e calciatore, gli affetti e le reti segnate come quella memorabile, con una acrobatica rovesciata, allo stadio Menti contro il Vicenza. E c'è anche il no alla Vecchia Signora: "Sarebbe stata una vigliaccata andare via, malgrado tutti i soldi della Juve. Dopo ogni partita spuntava Allodi che mi diceva 'Dai, telefoniamo a Boniperti'. Ma io non ho mai avuto il minimo dubbio e non mi sono mai pentito".

Alessandro Lay, in un'ottima prova d'attore, inserisce anche ricordi personali. Il papà tifoso e lui, invece, figlio senza fede calcistica che però non ha resistito al richiamo di Riva, personaggio che supera i confini del rettangolo di gioco, stella di una squadra che diventa vanto e orgoglio di un'Isola intera.

Il monologo è un omaggio affettuoso al campione e dimostra quanto il rapporto tra teatro e sport possa essere molto proficuo.

"Riva Luigi '69 '70, Cagliari ai dì dello scudetto" viene proposto in questi giorni a Cagliari, all'Exmà, in coincidenza con la decisione del presidente Giulini di conferire a Gigi Riva la presidenza onoraria della sua squadra del cuore.

Replica oggi con inizio alle 18.
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