"Ho molta paura e preoccupazione per gli errori che ho commesso. Ho tradito il mio paese, le aspettative della società e l'amore dei miei fan". Poi le scuse e la promessa di mettersi a disposizione della giustizia.

Con queste parole è tornata a farsi viva sui social Fan Bingbing, attrice di punta del cinema made in Cina e di successi internazionali come "X-men" e "Iron Man", giurata a Cannes nel 2017, nonché testimonial di brand come Cartier, Mercedes e Vuitton, è stata condannata a pagare entro la fine dell'anno 883 milioni di yuan - circa 110 milioni di euro - dall'ufficio fiscale di Jiangsu per le tasse evase.

Di lei non si sapeva più nulla dallo scorso giugno e nella ridda di ipotesi sulla sua sparizione si era fatta strada anche quella di una sua detenzione da parte delle autorità cinesi con l'accusa di evasione fiscale.

Fan è la sola star cinese a essere finita nell'occhio del ciclone per irregolarità fiscali, perché da mesi il Governo nazionale ha avviato un esame a tappeto all'interno del mondo dell'intrattenimento e della cultura. Per chi non regolarizzerà la propria posizione fiscale entro il prossimo 31 dicembre si passerà ad accuse di rilievo penale.

Nel caso di Fan Bingbing, a far scattare le indagini lo scorso maggio era stata la denuncia del blogger e personaggio televisivo cinese Cui Yongyuan, secondo cui l'attrice ingaggiata per il film in uscita "Air Strike" avrebbe truffato il fisco siglando due diversi contratti: uno con lo stipendio reale e l'altro con una cifra di molto inferiore da denunciare al fisco.

Intanto, mentre dalle autorità cinesi non trapela nulla sul caso, si avanza anche l'ipotesi che le accuse siano state create ad hoc per danneggiarla e punirla per un atteggiamento non abbastanza in linea con il Partito Comunista Cinese.

(Unioneonline/b.m.)

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