Dopo giorni di polemiche sulla sua partecipazione al Festival di Sanremo, Rula Jebreal rompe il silenzio e racconta la sua versione dei fatti.

"Sabato scorso - ha detto in un'intervista a Repubblica la giornalista palestinese naturalizzata italiana - mi hanno telefonato (dalla Rai, ndr) pregandomi di fare un passo indietro e di rinunciare spontaneamente: lì c'è un brutto clima. Ho mandato loro un messaggio con scritto che se vorranno censurarmi dovranno assumersene le responsabilità. Evidentemente qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi, a persone diverse come me che appartengono a un'Italia inclusiva, tollerante e aperta al mondo. Impegnata in missioni di dialogo e di pace".

"In Rai c'è un brutto clima e gli attacchi sono partiti da persone a lui vicine", sottolinea la Jebreal riferendosi al leader della Lega, Matteo Salvini. "Trasmettono un'immagine chiusa vecchia dell'Italia. Cosa vuol dire essere italiani? Avere tutti la pelle dello stesso colore e le stesse idee? L'Italia che noi sogniamo per i nostri figli è un paese collegato al resto del mondo. È un'Italia in cui c'è posto per Salvini ma anche per Liliana Segre e, se permettete, per Rula Jebreal. Io ho solidarizzato con Giorgia Meloni quando ha subito insulti misogini. Non vorrei che donne prestigiose e testimoni di violenza si sentissero allontanate dalle nostre manifestazioni più importanti. Mia madre si è suicidata dopo aver subito uno stupro. Penso sempre a lei quando visito i Paesi in guerra. Sono stata la prima donna inviata dal New York Times in Siria dopo lo scoppio del conflitto".

Quanto alle accuse di avere definito l'Italia un Paese razzista, "resto allibita - dice la Jebreal -. Sono grata all'Italia, e dopo quel che è successo intensificherò le mie presenze qui, non solo per venire a trovare mia figlia. Impegnarsi contro la xenofobia e la violenza sulle donne non deve essere né di destra né di sinistra. Se qualcosa devo rimproverarmi, è di non avere spiegato meglio quel che stavo facendo all'estero anche per onorare la mia cittadinanza italiana", conclude.

Ieri Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, aveva annunciato di portare il caso in Vigilanza Rai denunciando pubblicamente "un'autentica discriminazione di Stato" e definendo "semplicemente vergognoso" il caso della Rai che si sarebbe piegata al "diktat di Salvini", "per non dare spazio ad una 'nuova italiana' di successo" .

Chiamato in causa, il leader della Lega ha risposto stizzito a margine di una visita elettorale a Faenza (Ravenna): "Ma con tutti i problemi che ho, mi occupo di Sanremo e delle conduttrici di Sanremo? Invitino chi vogliono, è l'ultima delle mie preoccupazioni onestamente".

(Unioneonline/M)
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