Come ha già detto l’ex compagna Fabiola Palese, anche secondo il fratello di Paolo Calissano l’attore – trovato morto nel suo appartamento di Roma lo scorso 31 dicembre – non si è tolto la vita. 

“Mio fratello non si è ucciso, ne sono sicuro. Stava male ma è un gesto che non avrebbe mai fatto”, ha riferito Roberto Calissano in un’intervista a Oggi.

“Sono convinto che abbia fatto pasticci con gli psicofarmaci – ha spiegato -. Come tutte le persone sofferenti Paolo pativa molto le feste e credo volesse stordirsi per attendere che finissero. Nostro zio lo aveva invitato a pranzo a Natale ma lui aveva declinato”. 

L’attore, protagonista di soap come “Vivere” e “Vento di ponente”, soffriva di depressione per il difficile periodo lavorativo che stava vivendo. Ma nonostante questo, ricorda il fratello, “aveva dei progetti. Ha lottato tanto per rialzarsi, non doveva finire così. Mio fratello era un sognatore e un creativo. Da quando aveva capito che non lo volevano più come attore si era messo a lavorare come autore e sceneggiatore e ha scritto soggetti e copioni davvero molto belli. Era caduto in questo periodo nero dopo l’indifferenza mostrata dai produttori verso il suo lavoro da autore: era molto turbato dal non riuscire a riprendere in mano la situazione professionale”.

“Non so se fosse seguito da un medico ma in casa c’erano troppi medicinali – ha concluso -. La Procura indaga per omicidio colposo. Vorrei fosse chiarito chi glieli ha prescritti e chi glieli ha venduti”.

Nel 2005 Calissano era stato arrestato per la morte per overdose di una ballerina brasiliana, Ana Lucia Bandeira Bezerra, nella sua casa di Genova e aveva patteggiato la condanna a quattro anni, scontandola in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Aveva poi ottenuto l'indulto.

(Unioneonline/D)

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