Proprio questo mese abbiamo potuto assistere nelle sale a “Ferrari” di Michael Mann, film biografico con protagonista la star hollywoodiana Adam Driver ispirato alla storia vera di Enzo Ferrari, il geniale pilota ed imprenditore italiano dietro la nascita del noto brand automobilistico.

Il cineasta americano, nominato quattro volte agli Oscar, ha saputo lungo la sua carriera eccellere tanto nel film d’azione quanto nel dramma storico e nel noir. A lui dobbiamo classici divenuti immortali come “L’ultimo dei mohicani” e “Heat - la sfida”, oltre ad aver già dato prova di una certa dimestichezza nel biopic col suo “Ali”, che è valso a Will Smith la candidatura da parte dell’Academy per il miglior attore protagonista.

Presentato all’80 Mostra del Cinema di Venezia, il “Ferrari” di Mann sta ricevendo consensi altalenanti, e fra le criticità segnalate c’è la scelta di far recitare gli attori in inglese con un marcato accento italiano. Ma possiamo ritrovarvi anche molte caratteristiche tipiche del cineasta, come la volontà di raccontare un percorso di vita fondato sulla competizione e l’ossessione per il successo.

E ad appena due settimane dall’uscita nei cinema, scopriamo già il titolo del prossimo film che impegnerà Mann nelle riprese: apprendiamo da Variety che il nuovo progetto consisterà in un remake di “Veteran”, thriller sudcoreano uscito nel 2015 e diretto da Seung-wan Ryu.

Nel frattempo il regista starebbe anche portando avanti i lavori per la realizzazione del sequel di “Heat - la sfida”, che accoglierà nel cast anche Adam Driver. Si tratta in questo caso di un prequel del primo film e adattamento diretto del romanzo “Heat 2”, come affermato da lui stesso: “Sì. Io e Meg Gardiner abbiamo scritto il romanzo “Heat 2”, che è uscito proprio mentre stavamo girando Ferrari. Ha ottenuto un grande successo. Ho intenzione di girare quello come prossimo progetto.”

D’altronde, il cult del 1995 con protagonisti Robert De Niro e Al Pacino continua ancora oggi a far parlare di se. Pensiamo ad esempio a certe voci che circolano su quanto realmente accaduto durante le riprese: sulla scena in cui i due attori si incontrano per la prima volta mentre bevono il caffè, che a detta di alcuni non sarebbe stata girata in presenza ma rimontata in post-produzione, il director ha chiarito una volta per tutte la questione: «Si è trattato di un evento accaduto nella vita reale. Quell'inquadratura ci allontanava e ci rendeva osservatori dei due uomini, invece di essere a livello empatico soggettivamente dentro quel dialogo. Ho quindi usato solo le due riprese perché tutto ciò che facevamo era simultaneo. Avevo due cineprese posizionate a poca distanza l'una dall'altra per girare quella scena».

Ma le curiosità sul conto del cineasta non finiscono qui: pochi sanno infatti che Mann è un dichiarato fan dei primi due capitoli della saga cinematografica “I Guardiani della galassia” diretta da James Gunn, uno dei più grandi successi firmati Marvel Studios. Interpellato come ospite del podcast Discourse di The Playlist, il regista ha espresso su questo punto alcune considerazioni: «Faccio solo film che mi appassionano e che mi spingono al limite. È lì che riesco a dare il meglio. Mi piacerebbe essere un regista intinerante, passare da un film all'altro, ma non credo che sarei molto bravo. Non mi fa scorrere il sangue nelle vene. D'altra parte, penso che i film sui Guardiani della Galassia per esempio, non necessariamente l'ultimo ma i primi due film, abbiano funzionato davvero bene e amo guardarli. E funzionano perché la struttura narrativa è davvero ben fatta. Credo sia interessante potersi espandere dentro il mito e creare cose nuove».

Sempre nel corso della puntata, il director ha anche chiarito di non voler mai trovarsi a dirigere un cinecomic: «Diciamo però che non mi piacerebbe realizzare un film sui supereroi, vorrei invece tuffarmi in un progetto di fantascienza».

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