Giuseppe Ignazio Loi, look firmato Antonio Marras, sul red carpet alla Festa del Cinema di Roma. Il film di cui è protagonista, “La vita va così” del regista Riccardo Milani, ha aperto fuori concorso la 20esima edizione del Festival all'Auditorium Parco della Musica e racconta la vera storia della lotta del pastore Ovidio Marras e di sua figlia (interpretata da Virginia Raffaele) contro una grande multinazionale che vuole espropriarne i terreni per realizzare un resort a cinque stelle. Nel cast anche Geppi Cucciari, Aldo Baglio e Diego Abatantuono.

Riuniti nel parterre protagonisti dello spettacolo, la moda, la società e le istituzioni, come Christian De Sica, Roberto Bolle, Fiorella Mannoia, Marco Bellocchio, Maria Grazia Chiuri, Ferzan Ozpetek Luca Zingaretti, Luisa Ranieri, Michele Riondino, Manuel Agnelli, Luca Argentero, l'ad di Cinecittà Manuela Cacciamani, il dg della Rai Roberto Sergio, ma anche una nutrita rappresentanza bipartisan della politica.

In una cerimonia durata circa un'ora filata liscia (i proPal avevano annunciato la presenza di un drappello lontano dal red carpet) a fare gli onori di casa è stata Ema Stokholma che ha ricordato come Roma sia la città «che mi ha accolta quando ero adolescente, che ha curato le mie ferite e che un po' mi ha fatto da mamma». Il presidente della Fondazione Cinema per Roma Salvo Nastasi ha aperto la serata con l'omaggio a Claudia Cardinale: «Ha rappresentato la forza, la bellezza e l'accoglienza della grande tradizione mediterranea - ha spiegato -. In un momento così tragico come quello che stiamo vivendo, il suo sorriso, il suo sguardo e le sue memorabili interpretazioni ci restituiscono quella fiducia nell'umanità che ogni giorno siamo più convinti che ci stia per abbandonare». Un ricordo culminato a fine serata da un video che sulla musica del valzer de Il Gattopardo ha racchiuso alcune delle sue più belle interpretazioni.


Il premio Industry Lifetime Achievement Award al grande produttore britannico Lord David Puttnam, introdotto sul palco dal regista Uberto Pasolini, che ha raccontato di aver scoperto il cinema italiano a «poco più di vent'anni. E ne sono rimasto folgorato». Il cinema italiano degli anni Quaranta, raccontava «un paese che si riscopriva, si ritrovava, ritrovava fiducia in se stesso. E per questo abbiamo un grande debito verso cineasti come Visconti, De Sica, Rossellini».

Sul palco è arrivata anche Paola Cortellesi, presidente della giuria del concorso Progressive cinema, che ha ricordato come due anni fa sia stata proprio la direttrice Paola Malanga a volere alla Festa "C'è ancora domani”. «Con i compagni di giuria ci prepariamo a 10 giorni di grande cinema e tanti tanti film tanti film - ha detto giocando sul nutritissimo programma -. Ovviamente sto scherzando, la Festa del Cinema è bella perché coinvolge tutta la città e si festeggia l'arte, la bellezza del cinema con le sale piene di giovanissime e giovanissimi».

(Unioneonline/D)

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