Una storia d’orgoglio, coraggio e amore per l’Isola che ben si condensa nelle parole che il vecchio pastore protagonista dice alla figlia, un'intensa Virginia Raffaele, per spiegare perché, nonostante offerte milionarie, non voglia vendere il suo piccolo podere: «Sai perché è così bella questa terra? Perché è di tutti».

"La vita va così”, il nuovo film di Riccardo Milani, arriva anche in Sardegna con un appuntamento speciale: un’anteprima in programma il 17 ottobre alle 20:30 al Notorious Cinema di piazza L’Unione Sarda a Cagliari. E per l’occasione e un saluto al pubblico presenti alcuni dei protagonisti del cast del film: fra gli altri, accanto a Virginia Raffaele, anche Diego Abatantuono, Aldo Baglio e Giuseppe Ignazio Loi.

Sul grande schermo il racconto della vicenda di Ovidio Marras, che per vent'anni si è rifiutato di cedere ai colossi del cemento il suo podere a Capo Malfatano in Sardegna. Morto l'anno scorso, a 93 anni, ha saputo che la sua storia sarebbe diventata un film.

«Efisio Mulas è un pastore solitario, custode silenzioso di un tempo che sembra non esistere più. Vive lì da sempre, tra il mare e i suoi animali, nella piccola casa dove è nato - si spiega nella sinossi -. Dall'altra parte c'è Giacomo, presidente di un potente gruppo immobiliare. È deciso a trasformare quella costa in un resort di lusso. Al suo fianco Mariano, capo cantiere e uomo pratico, ha il compito di convincere Efisio a cedere quell'ultimo lembo di terra. Tra questi mondi inconciliabili si muove Francesca, la figlia di Efisio, divisa tra le sirene del cambiamento e l'appartenenza alla propria terra. Quando Efisio rifiuta l'ennesima offerta milionaria, la trattativa si trasforma in una battaglia legale nella quale entra in scena Giovanna, una giudice nata e cresciuta in quei luoghi chiamata a dirimere il conflitto. Mentre le pressioni aumentano e la comunità si spacca, "l'incrollabile "no" di Efisio si carica di un significato collettivo».

«Il nostro è un Paese che piace a tutti, a cui siamo tutti affezionati – ha raccontato Milani alla recente presentazione al Giffoni Film Festival -. È un Paese che mi ha insegnato tanto, al quale devo tanto, ma so bene, come sappiamo tutti noi, che è anche intriso di tante qualità negative, che sono la corruzione, la corruttibilità». Da qui il racconto, di contro, di una storia «di resistenza culturale umana», «un’umanità che mi piace e voglio raccontare».

(Unioneonline)

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