È davvero inesprimibile il dolore suscitato dalla scomparsa di Diane Keaton. Attrice dai mille volti, personalità brillante e interprete di alcuni tra i più importanti film della storia del cinema, ha dato lustro alla sua carriera fin da giovanissima, dopo un convincente esordio a teatro e il primo ruolo di spicco sul set, ottenuto grazie al personaggio di Kay Adams nella trilogia de “Il Padrino”.

Ma è il lungo e fruttuoso sodalizio con Woody Allen ad averle conferito gran parte del prestigio e dell’acclamazione che ancora oggi le vengono riconosciuti. Dopo aver preso parte all’esilarante “Amore e Guerra”, l’attrice è esplosa col capolavoro “Io e Annie” - ricevendo un’Oscar e un premio BAFTA nel 1978 come miglior attrice protagonista - ed è tornata l’anno successivo in una veste altrettanto magnetica nello splendido “Manhattan”. Da quel momento, la Keaton non ha mai smesso di valorizzare la settima arte col suo tocco distintivo, intrecciando al talento innato un conturbante mix di fascino, carisma e irresistibile presenza scenica.

Come un fulmine a ciel sereno, è arrivata solo pochi giorni fa - direttamente da fonti a lei vicine - la notizia della sua morte, sulla quale la famiglia ha preferito mantenere il più assoluto riserbo riguardo alle cause, chiedendo il massimo rispetto della privacy. Lasciandoci inaspettatamente a 79 anni, il mondo di Hollywood piange ora la sua assenza, riunendosi, dopo lo sgomento, in un pensiero di vicinanza per commemorare la sua figura.

Tra i messaggi condivisi sui social dalle celebrità dello spettacolo c’è stato quello di Robert De Niro, che ha scritto di lei: “Sono molto triste per la notizia della scomparsa di Diane. Le ero molto affezionato, e la notizia della sua morte mi ha colto completamente di sorpresa. Non mi aspettavo che ci lasciasse. Ci mancherà. Che possa riposare in pace”.

A questo si è aggiunto il ricordo di Leonardo DiCaprio: “Diane Keaton era unica. Brillante, divertente e senza mai chiedere scusa per essere sé stessa. Una leggenda, un'icona e un essere umano davvero gentile. Ho avuto l'onore di lavorare con lei quando avevo 18 anni. Mi mancherà profondamente”.

E ancora, la rinomata Jane Fonda ha detto sul suo conto: “È difficile crederlo... o accettarlo... che Diane se ne sia andata. Era sempre una scintilla di vita e di luce, ridacchiando costantemente delle proprie debolezze, creativa senza limiti... nella recitazione, nel modo di vestire, nei suoi libri, nelle amicizie, nelle case, nella sua biblioteca, nella sua visione del mondo. Unica, e anche se non lo sapeva o non lo avrebbe ammesso, era un'attrice straordinaria!”.

Ma più di tutti, dopo un periodo della vita che li aveva legati anche sentimentalmente, è stato Woody Allen ad apparire distrutto dall’accaduto. Dopo aver preferito non rilasciare dichiarazioni pubbliche per alcuni giorni, lo storico director è stato descritto - stando a una fonte anonima che ha parlato con People - come “estremamente sconvolto, sorpreso e turbato. La sua morte lo fa riflettere sulla propria mortalità”. Non si è dovuto attendere troppo, tuttavia, perché Allen decidesse di scrivere un saggio, pubblicato sulla rivista The Free Press, che racchiudesse tutto l’amore, l’affetto e la stima coltivati per Diane nel corso degli anni: “Diversa da chiunque altro il pianeta abbia mai conosciuto o probabilmente mai vedrà di nuovo, il suo viso e la sua risata illuminavano qualsiasi luogo in cui entrasse”.

Ricordando l’occasione in cui la conobbe per la prima volta, l’intesa tra i due non sembrava essersi stabilita durante le prime settimane di prove, ma bastò creare la giusta chimica durante una pausa pranzo per far scattare la scintilla: “Se Huckleberry Finn fosse una splendida giovane donna, sarebbe Keaton. Lei era timida, io ero timido, e con due persone timide le cose possono diventare piuttosto noiose […] Era così affascinante, così bella, così magica, che misi in dubbio la mia sanità mentale. Pensai: posso essermi innamorato così in fretta?”.

La fiducia reciproca raggiunse un punto tale che Allen cominciò ad avere come unico referente per i suoi progetti proprio la Keaton, disinteressandosi di qualsiasi altro feedback da parte della critica o dei colleghi: “Col passare del tempo, ho realizzato film per un unico spettatore, Diane Keaton. Non ho mai letto una sola recensione del mio lavoro e mi importava solo di ciò che Keaton aveva da dire al riguardo”.

E chiedendosi ancora oggi, a così tanti anni di distanza, cosa possa aver portato alla loro separazione, ha aggiunto: “Questa bella contadina è diventata un'attrice pluripremiata e un'icona della moda sofisticata. Abbiamo trascorso alcuni anni meravigliosi insieme e alla fine entrambi abbiamo voltato pagina, e solo Dio e Freud potrebbero capire perché ci siamo separati. Qualche giorno fa il mondo era un posto che includeva Diane Keaton. Ora è un mondo che non la include più. Di conseguenza, è un mondo più triste. Tuttavia, ci sono i suoi film. E la sua grande risata riecheggia ancora nella mia testa”.

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