La sua voce, nei primi anni Ottanta, ha incantato milioni di persone con "On My Own", la famosa canzone diventata una hit internazionale. Solo negli Stati Uniti non viene distribuita, per un motivo lontanissimo dalle esigenze commerciali.

Stiamo parlando di Nikka Costa (vero nome Domenica, in omaggio al giorno della settimana in cui è nata, il 4 giugno 1972), figlia del compositore Don, braccio destro di Frank Sinatra.

Fin da bambina è circondata dai più grandi nomi della musica, viaggiando col padre in tutto il mondo, e a soli 5 anni incide il suo primo singolo. Il successo arriva pochi anni dopo, tutti la conoscono per quella voce melodiosa e le vendite la premiano, per settimane resta in testa alle classifiche.

Nikka Costa adesso (Instagram)
Nikka Costa adesso (Instagram)
Nikka Costa adesso (Instagram)

In Italia ci siamo dimenticati di lei, mentre in tantissimi Paesi è ancora tra gli artisti più noti e seguiti. Sul palco del Festivalbar è salita nel 1981, con un’esibizione applaudita dall’inizio alla fine. Grandi e piccoli cantano quel brano che parla di un amore finito… ma qualche critica non manca perché certe parole messe in bocca a una bambina – diceva qualcuno all’epoca - non suonano poi così bene, e la voce poi "non è così eccezionale".

Col padre Don Costa (Instagram)
Col padre Don Costa (Instagram)
Col padre Don Costa (Instagram)

Solcherà, anni dopo, anche le scene dell’Ariston, a Sanremo, nel 1990 con una versione di “Vattene amore” di Amedeo Minghi e Mietta.

Ma tutta la sua vita è da sempre incentrata sulla musica, non si è mai dedicata ad altro se non una parentesi di ritiro dalle scene quando suo padre muore nel 1983. Perché lui, Don Costa, era anche il suo manager, il suo mentore, il suo tutto. È stato lui a farla ascoltare a Tony Renis che poi l’ha lanciata sul mercato italiano.

Nikka Costa in una foto recente (Ansa)
Nikka Costa in una foto recente (Ansa)
Nikka Costa in una foto recente (Ansa)

E quando viene colpito da un attacco cardiaco fatale, a New York, lascia Nikka che ha solo 11 anni. Fino a quel momento aveva desiderato per lei che cantasse e incantasse tutti preservando però la sua infanzia e la sua innocenza. Ed è per questo che aveva deciso di non far girare negli Stati Uniti la canzone per cui noi italiani la conosciamo. "On My Own" infatti non arriva negli Usa.

Nikka cade in un profondo dolore che la porta a non cantare in pubblico ma la casa discografica Polidor Records preme, ha degli obblighi da rispettare, e alla fine, nel 1989, arriva il nuovo album pubblicato solo in Europa e nel Sud America, "Here I am… Yes, it’s me", ossia "Eccomi… Sì, sono io", un titolo anche un po’ provocatorio.

Sul palco: i suoi concerti sono ancora il centro della sua vita (Ansa)
Sul palco: i suoi concerti sono ancora il centro della sua vita (Ansa)
Sul palco: i suoi concerti sono ancora il centro della sua vita (Ansa)

Intanto studia e si diploma, poi cambia genere e dalle ballate pop si avvicina al soul e al funk. Fa parte di alcune band, tiene concerti e il suo nome comincia a circolare alla fine degli anni Novanta anche negli Usa grazie a “Like a Feather”, uscita nel 2001 e usata per una nota campagna pubblicitaria in tv per Tommy Hilfiger.

Ma Nikka scrive anche, ma – come ha sempre precisato – "non faccio musica per diventare famosa, non mi interessa".

E oggi? Che fine ha fatto la ex bambina dai capelli biondi, gli occhi chiari e la pelle candida? Si è sposata con Justin Stanley, produttore e compositore australiano, e la coppia ha avuto due figli: Sugar McQueen, nata nel 2006, e Suede arrivato nel 2013.

Sabrina Schiesaro

(Unioneonline)
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