“IT - Welcome to Derry”: la critica promuove la serie televisiva ispirata alle origini di Pennywise
Un cast che include Taylour Paige, Jovan Adepo, Chris Chalk, James Remar, Stephen Rider, Madeleine Stowe, Rudy Mancuso e l’immancabile Bill SkarsgårdPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Per i patiti del classico di Stephen King e delle sue tinte horror, che hanno agghiacciato generazioni intere di spettatori, il terrificante Pennywise torna ancora una volta in “IT - Welcome to Derry”, serie televisiva targata HBO incentrata sul passato del clown mutaforma e prequel degli eventi narrati in “It”. Con il primo episodio andato in onda in Italia lo scorso 26 ottobre su Sky Atlantic, abbiamo avuto un primo assaggio di quanto accaduto a Derry negli anni Sessanta, circa ventisette anni prima dei fatti raccontati nell’opera originale.
Nello specifico, assisteremo alle vicissitudini della famiglia Hanlon, trasferitasi nella cittadina proprio in concomitanza con l’insorgere di una serie di eventi misteriosi. Mentre esplodono nel frattempo tensioni sociali e razziali, l’improvvisa scomparsa di un bambino segna un triste presagio: l’entità maligna conosciuta come Pennywise è pronta a riapparire, e a seminare ancora una volta il terrore. Composta da nove episodi, quattro dei quali diretti da Andy Muschietti - regista del reboot di “It” (2017) e di “It - Capitolo due” (2019) - la serie vanta un cast che include Taylour Paige, Jovan Adepo, Chris Chalk, James Remar, Stephen Rider, Madeleine Stowe, Rudy Mancuso e, naturalmente, l’immancabile Bill Skarsgård.
Concepita per espandere ulteriormente l’universo cinematografico dei due film diretti da Muschietti, la serie - stando alle sue parole - cela un curioso parallelismo tra la narrazione del romanzo e la Guerra sporca argentina, ossia la campagna di repressione politica attuata dalla dittatura militare tra il 1976 e il 1983, vissuta dal regista durante l’infanzia. Sebbene la storia sia ambientata nel Maine, in un contesto geografico e culturale profondamente diverso, Muschietti riconosce in entrambe le vicende una stessa riflessione sulla paura e sul potere che essa esercita.
Ricordando le esperienze orribili vissute in quegli anni insieme alla sorella, il director ha ribadito la modernità del romanzo e la sua sorprendente attualità: «Quando Stephen King ha scritto IT, ha realizzato un capolavoro dell'horror e una storia di formazione, ma anche una parabola sulla paura e sul modo in cui viene usata come arma nel mondo reale. Quella metafora era attuale quando lui la scrisse, ma oggi lo è ancora di più. Per questo mi piace considerare la serie come un promemoria: se crediamo nell'empatia e nell'amore, possiamo restare uniti e opporci alla violenza, all'intimidazione e alla crudeltà che questi maledetti clown continuano a infliggerci».
Come prevedibile, i pareri della critica si sono rivelati contrastanti. Le recensioni, che in breve tempo hanno invaso la rete, si dividono tra chi inneggia al capolavoro assoluto e chi, al contrario, ha parlato del “peggior adattamento di It di sempre”. A chiarire il quadro interviene il punteggio riportato sul sito Rotten Toamtoes, che indica al momento una percentuale del 79% di giudizi positivi. Tra le principali testate giornalistiche, Variety scrive: «Un racconto magistralmente intrecciato e terrificante sulle origini del mostruoso clown Pennywise. La serie sarà anche ambientata nel passato, ma i suoi temi non sono mai stati così attuali».
Il parere di io9 si concentra invece sulla natura horror dello show, che - a detta del recensore - supera l’inquietudine trasmessa da Pennywise per toccare corde ancora più profonde: «Anche con un clown sdentato in attesa dietro le quinte, gli aspetti più spaventosi di It: Welcome to Derry potrebbero essere i suoi momenti di ansia reale, accentuati dalle vibrazioni emesse da Pennywise, ovviamente, ma comunque al di fuori del regno del soprannaturale».
In antitesi, IndieWire, segnala una certa carenza di spessore nella scrittura, osservando: «Un motore alimentato dal riempimento di spazi vuoti non è fatto per durare, e i punti, una volta collegati, si rivelano pacchiani e improbabili». Ancora più tranciante il giudizio di Daily Beast, che definisce lo show «il peggior adattamento di King da molti anni a questa parte».
Più equilibrato invece il commento di Radio Times, che si colloca a metà strada: «Sebbene Welcome to Derry non sia proprio l'incubo che speravo, è tutt'altro che deludente. Per gli appassionati dell'horror e per coloro che si considerano Fedeli Lettori, probabilmente soddisferà le loro aspettative».
Dopo le opinioni della stampa specializzata, non resta che attendere di vedere come lo show verrà accolto nel tempo dal pubblico, nella speranza che riesca a soddisfare le aspettative dei fan e - perché no - a stuzzicare la curiosità di nuovi spettatori, attratti da un universo narrativo che, ancora oggi, dimostra di non avere rivali per atmosfera e potenziale espressivo.
