Dopo l'anteprima alla 82esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia è uscita da appena quattro giorni ma sta già facendo il pieno di streaming la serie Netflix “Il Mostro” che in quattro episodi si concentra sulla famigerata “pista sarda” delle indagini sul cosiddetto mostro di Firenze. A siglarne il successo, sotto la regia di Stefano Sollima che l’ha creata assieme a Leonardo Fasoli, un cast tutto isolano e alcune scene girate a Villacidro.

Francesca Olia, attrice cagliaritana, classe 1996, interpreta la prima vittima del “mostro”: Barbara Locci, originaria di Villasalto, uccisa con il suo amante, Antonio Lo Bianco, a 32 anni, a Sigma nel 1968. Il cagliaritano Giacomo Fadda e Valentino Mannias di Serramanna sono i fratelli Francesco e Salvatore Vinci, originari di Villacidro. Marco Bullitta, sassarese, e Antonio Tintis, romano di origini sarde, sono i fratelli Stefano e Giovanni Mele. E poi c’è il piccolo Giordano Mannu, giovanissimo attore di Carbonia, che veste i panni di Natalino Mele, il figlio di Barbara Locci che dormiva nel sedile posteriore dell’auto dove la coppia si trovava al momento dell’agguato. Tra gli altri attori sardi Giuseppe Boy, Alessandro Cucca, Luca Pusceddu, Adele Piras, Barbara Pitzianti, Monica Demuru, Sabina Zicconi e Marta Proietti Orzella.

Furono 16 le persone uccise in 8 duplici omicidi avvenuti tra il 1968 e il 1985 per mano di uno o più serial killer. Nella serie però si ripercorre tutta la prima fase delle indagini, la pista sarda appunto, esplorata prima che entrassero in una delle inchieste più lunghe e controverse della storia italiana Pietro Pacciani e i “compagni di merende”.

Per gli omicidi di Locci e Lo Bianco fu condannato a 14 anni il marito della donna, Stefano Mele, originario di Fordongianus. Mele prima negò ogni responsabilità e accusò altri due amanti della moglie, i fratelli Vinci, anche loro emigrati sardi, poi confessò. Eppure gli omicidi delle coppie appartate nelle campagne fiorentine non si fermarono. 

«L'orrore, per essere davvero raccontato, va attraversato, non aggirato e la storia, per arrivare con chiarezza, senza sposare una tesi, deve cominciare dall'inizio – racconta Sollima -. Riportare con onestà, con rispetto e con rigore deve ancora avere un senso. Non per risolvere, non per capire, ma solo per ricordare. Un modo per restare accanto a chi è rimasto lì, per sempre nella notte».

«La serie Il mostro, diretta da Stefano Sollima, è un'opera seria e accurata – commenta l'avvocato Lorenzo Tombelli, legale di Natalino Mele -. Restituisce la complessità di una vicenda che per decenni è stata anche raccontata in modo distorto, riportando l'attenzione sui fatti, sulle persone e sulle vite travolte. Il regista sceglie con rigore di seguire il filone della cosiddetta pista sarda e mostra con chiarezza quanto peso abbiano avuto, in quegli anni, i pregiudizi e l'accanimento nei confronti delle donne coinvolte, spesso giudicate prima ancora di essere ascoltate. La serie di Sollima, pertanto, non alimenta il clamore, ma restituisce uno sguardo lucido e rispettoso su una storia che continua a interrogare la coscienza collettiva».

«Con Natale Mele - aggiunge in una nota -, oggi 64enne, superstite del delitto del 1968 in cui furono uccisi sua madre Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, stiamo avviando un percorso che non è solo giudiziario ma anche umano». La vicenda ha avuto di recente un ulteriore sviluppo: «Una consulenza genetica del dott. Ugo Ricci, incaricato dalla Procura di Firenze - ha accertato che Natalino non è figlio di Stefano Mele, come si è sempre ritenuto, ma di Giovanni Vinci, mai coinvolto nelle indagini sul mostro di Firenze».

Per il legale «questa nuova evidenza scientifica contribuisce anche a riabilitare la coerenza della pista sarda, riportando l'attenzione su domande che restano aperte da quasi sessant'anni: perché il bambino di sei anni fu risparmiato dall'assassino? È possibile che lo conoscesse? Oggi, però, ciò che per lui conta davvero è altro: ritrovare la tomba della madre Barbara. Non sa dove sia sepolta - conclude -, non vi è mai stato, e i tentativi compiuti nei Comuni dove potrebbe essere tumulata sono finora risultati vani. Dopo quasi sessant'anni, desidera soltanto poterle portare un fiore. Chiunque possa fornire indicazioni sul luogo della sepoltura è invitato a mettersi in contatto con noi». 

Il Mostro è una produzione The Apartment - società del gruppo Fremantle - e AlterEgo, prodotta da Lorenzo Mieli, Stefano Sollima e Gina Gardini

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata