Come in una scena del "Gattopardo", Dolce & Gabbana hanno portato in scena una collezione nuova, quella uomo su misura, ispirata alle bellezze arabo normanne. Come nel grande ballo nel palazzo dei Ponteleone, che segnerà l'ingresso della classe dei nuovi ricchi nel mondo dei nobili siciliani, gli stilisti hanno scelto le antiche bellezze architettoniche della loro terra per raccontare la caduta dei muri, di quelle barriere di divisione abbattute dalla storia e dal denaro.

Sullo sfondo della terrazza del Palazzo Arcivescovile di Monreale, accompagnava l'evento il sound dell'artista cagliaritano Stefano Guzzetti: 44 anni, pianista, stella internazionale della musica classica.

Su di lui Spotify snocciola numeri da record: ventidue milioni di brani ascoltati. La biografia dice il resto: studi di musica elettronica al conservatorio Pierluigi Da Palestrina di Cagliari, le colonne sonore per i film di Peter Marcias e Daniele Atzeni, il sound design di libri di Haruki Murakami e Francesco Abate. Ha inciso per la label giapponese Home Normal, i suoi brani sono stati inclusi nella rivista The Wire Magazine.

Dopo aver firmato un contratto con la Mute Records di Londra e, dopo aver dato alla luce "Leaf" il suo ultimo lavoro, che lo ha portato a suonare in Giappone e in Inghilterra, Stefano Guzzetti ha trovato la definitiva consacrazione in Sicilia.

"Un mese e mezzo fa sono stato contattato dallo staff degli stilisti - racconta - che mi chiedeva la disponibilità per un evento privato a luglio. Da lì in poi è stato un susseguirsi di aggiornamenti organizzativi che hanno fatto sì che io il mio ensemble, ovvero Sara Meloni al violino, Giulia Dessy alla viola e Giada Vettori al violoncello, suonassimo alla sfilata, al dopo sfilata e al party privato".

Sulle sue note, adagiate su decine di tappeti orientali, la collezione Dolce & Gabbana, dedicata a Monreale e ai suoi mosaici, ai santi, al Cristo Pantocratore. La cena di gala, al Chiostro dei benedettini, dove l'Oriente incontra l'Occidente, il giardino del Belvedere, il Castello Lanza Branciforte. Come nel "Gattopardo", e quella musica di Stefano Guzzetti, che sembra dire che nulla avrà mai fine.

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