La Sardegna "ormai mi è rimasta nel cuore", dice prima di ogni altra cosa dall'altra parte del telefono. "E come potrebbe non essere così? L'anno scorso abbiamo fatto due date nell'Isola, una al nord e l'altra a Cagliari. Un evento più bello dell'altro". Sono giorni caldi per Ghali, e non solo per l'anticipo d'estate che il meteo ci sta regalando, ma perché da pochi giorni è uscito il suo primo disco sulla lunga distanza, quel lavoro tanto atteso a suggellare una rincorsa sempre più trionfale nel solco rap/trap, intitolato semplicemente "Album". E ora, che è iniziato l'instore tour, Ghali torna in Sardegna per un incontro firmacopie con i fan, fissato per martedì 13 giugno alla Mondadori del centro commerciale di Sestu, alle ore 15.

Ghali, ritorna sull'Isola per ritrovare i suoi fan. Come si sente?

"Benissimo. Se ripenso alla data che abbiamo fatto al Lido di Cagliari la scorsa estate... C'era un sacco di gente e la situazione era talmente bella che - ricordo - ho fatto stage diving, mi sono lanciato sul pubblico".

E non capita spesso?

"No, ma il pubblico sardo è tra i più caldi che abbia visto. E così è successo. Dopo questo giro instore replicheremo il 7 agosto in Sardegna, al Lido di Cagliari, con un live".

È un buon momento, c'è molta attenzione su di lei e la sua musica. Come la sta vivendo?

"Sono felicissimo. Finalmente i miei fan hanno il disco che mi chiedono da una sacco, tutto da ascoltare. Per mesi mi sono sentito dire: 'Ghali, ma l'album quando esce?'. 'Eccolo!'".

Nel disco ha tenuto fuori i singoli che l'hanno fatta esplodere, come per esempio "Wily Wily". Perché?

"Perché quelli li hanno già, li hanno già sentiti e risentiti. C'era bisogno di avere dei pezzi nuovi. E noi li avevamo".

I fan li sta incontrando uno a uno negli store. Sensazioni?

"È tutto bellissimo, posso conoscerli di persona, scambiarci qualche battuta, capirli un po' meglio, da vicino".

Nell'album affronta il tema del successo. Dopo averlo desiderato, ora deve capire come gestirlo. Ecco, come lo sta gestendo?

"Il successo... Con il mio team di lavoro abbiamo anche altri obiettivi, abbiamo fatto tutto con la nostra etichetta, la Sto Records, abbiamo un magazine on line dedicato al rap che è ormai tra più importanti e che dà visibilità attraverso il nostro canale a tanti emergenti, una linea di abbigliamento come StoClothing. Noi ci siamo lanciati, fin dall'inizio, e tutto quello che sta accadendo non era certo previsto. Ma avevamo le nostre carte da giocare e tanta buona volontà".

Nel disco non ha voluto featuring, ci siete sono lei e il suo produttore e amico Charlie Charles. Perché questa scelta?

"Con Charlie Charles siamo cresciuti insieme, sa cosa mi piace e su cosa amo lavorare e insieme abbiamo creato questo suono, il nostro suono. Che poi è quello che si sente in "Album", il nostro primo disco, dove volevamo essere noi al 100 per cento".

"Album" chiude un periodo fatto di singoli e apre un nuovo capitolo della storia. Per una generazione come la vostra, il disco è ancora considerato un punto d'approdo?

"Con "Album" abbiamo voluto chiudere questa parte di percorso raccogliendo i pezzi che abbiamo prodotto in questo ultimo periodo. Il nostro pensiero era semplicemente quello di dare a chi ci segue le canzoni che avevamo e che stavamo creando in studio. Il marketing - per noi - arriva sempre dopo. Prima ci vuole la sostanza, che è la musica".

Marco Castrovinci

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