Rivendica di aver contribuito con le "sue" politiche al calo della disoccupazione nell'Isola di 8 punti in 5 anni, dal 19 all'11%. Ma anche di aver avuto, già cinque anni fa, "il coraggio di dire che in Sardegna, come in Italia, l'emergenza da affrontare è il lavoro", quello che non c'è, naturalmente, "e spiegarne le continue trasformazioni".

Virginia Mura, assessore regionale al Lavoro della Giunta Pigliaru, arriva alla Fiera di Cagliari per partecipare al Job Day con la consapevolezza di aver fatto le cose per bene.

"Cinque anni fa l'assessorato al Lavoro era poco appetibile, per via di problemi gravi e irrisolti. Oggi ho una certezza: lascio una situazione migliore, che richiederà comunque impegno per consolidare il trend positivo".

Job Day, cos'è esattamente?

"Una grande opportunità per far conoscere a giovani e disoccupati ciò che offre un mercato del lavoro sempre più dinamico".

Com'è cambiato il mondo del lavoro in Sardegna?

"Quando la Giunta Pigliaru si è insediata, venivano spesi dal Governo centinaia di milioni per gli ammortizzatori sociali in deroga, senza la creazione di alcun posto di lavoro. Noi, con risorse molto più esigue, abbiamo cercato di offrire concrete possibilità di ingresso o reinserimento nel mercato del lavoro".

Quali politiche avete adottato?

"Mi piace sottolineare i principi ai quali ci siamo ispirati: personalizzazione delle risposte - non ce n'è una che vada bene per tutti -, semplificazione della burocrazia, diritto della persona disoccupata ad avere risposte in tempi certi mediante la sottoscrizione di un patto tra cittadino e Centro per l'impiego".

Tirocini, bonus, apprendistato: come giudica queste misure?

"Sono tutte molto efficaci. Abbiamo rilanciato il contratto di apprendistato, conveniente sotto il profilo economico e in grado di garantire un futuro ai nostri ragazzi. Le critiche del passato sull'uso distorto dei tirocini sono fondate. Abbiamo stabilito regole chiare e incrementato la vigilanza sul suo corretto utilizzo, in modo che rappresentino la naturale porta d'accesso al mondo del lavoro e non manodopera a buon mercato. Il 30% dei tirocinanti nell'ultimo periodo ha avuto un contratto. A breve saranno banditi nuovi avvisi".

E Lavoras, il grande piano della Regione, ha dato i risultati sperati?

"È un mix di misure che vanno incontro a esigenze diverse. I cantieri sono in fase di avvio: oltre a dare ristoro ai disoccupati, offrono un supporto ai Comuni. Gli assegni formativi sono un altro intervento molto apprezzato".

La Sardegna è stata la prima regione in Italia ad aver riorganizzato i Centri per l'impiego.

"I vecchi centri, in capo alle otto Province, non erano coordinati e avevano poco personale, in gran parte precario. Con la legge del 2016 abbiamo dato un governo regionale al servizio, superato il precariato e proprio ora è in svolgimento un primo concorso per implementare la pianta organica. Con l'Aspal siamo in grado di dare risposte ai disoccupati e alle imprese (novità assoluta) in tutti i 28 centri per l'impiego e negli altri 15 sportelli presenti sul territorio".

I Cpi sono i terminali indicati dal Governo per gestire il reddito di cittadinanza. Siete pronti?

"Posto che solo il 17 gennaio scorso è stato approvato il testo definitivo del decreto, siamo pronti. Tra l'altro, stiamo sperimentando la parte attiva del Reis, il reddito di inclusione sardo che integra il Rei".

Quale azione rivendica con più forza e quale invece non rifarebbe?

"Aver restituito piena dignità alla formazione professionale, con risorse importanti e risultati di qualità, in base alle necessità delle imprese. Partendo da una situazione molto caotica, oggi la formazione professionale si confronta a pari titolo con l'istruzione scolastica. Sono orgogliosa di aver avviato corsi 'IeFP' per i ragazzi dai 14 ai 17 anni in dispersione scolastica. Ho solo un rimpianto: mi dispiace che non sia ancora decollato il 'Social Impact Investing', il finanziamento di interventi che incidono sulla qualità della vita, forse troppo innovativo. Mi consolo pensando che il nostro Microcredito ha portato alla nascita di quasi quattromila imprese".

Mauro Madeddu
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