«Notre Dame sta bruciando e non sarà più lo stesso. Non importa essere francesi, cattolici o protestanti, questo monumento rappresenta moltissimo per la cultura europea».

Valentina Casula, cantante, musicista e compositrice oristanese con base a Parigi da un quarto di secolo, in questi giorni respira l'angoscia dei francesi. "Questo dramma mi tocca molto, così come credo a tutti gli abitanti di Parigi. In realtà", aggiunge, "la maggior parte dei suoi abitanti non sono francesi, ma stranieri che hanno scelto di vivere a Parigi perché è una città affascinante, laica e cosmopolita, vivace culturalmente e artisticamente, icona di libertà. Questo dramma che si aggiunge agli eventi dolorosi che hanno colpito Parigi e la Francia negli ultimi anni è un'ulteriore ferita che peserà molto sui cittadini".

Casula è una delle numerose persone sarde che vivono nella capitale francese, assieme ad artisti, musicisti, scrittori come Igor Tuveri, chef come Francesca Feinelli la maestra di yoga Francesca Lisci.

Tra i frequentatori c'è l'ex deputato e presidente Isre Bruno Murgia: "Non sono mai voluto entrare dentro Notre-Dame, forse la fila di turisti, forse troppo imponente, forse il mio rapporto con la religione. Ma anche una chiesa ha bisogno di difese".

Nel giorno dell'incendio, a Parigi c'era anche Massimiliano Rais, giornalista con un passato a Sardegna Uno e nell'ufficio stampa della Regione. "Ero lì assieme a migliaia di persone ad assistere al disastro", racconta. "Molti pregavano ed hanno continuato a farlo in tutta la città, anche quando siamo stati allontanati per ragioni si sicurezza. Notre-Dame è di tutti".

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