Arte, solidarietà e impegno civile. Potrebbe riassumersi così l'opera "Donne Spezzate XXVI" dell'artista di origini sarde Stefania Spanedda, che con l'Associazione sardi di Torino "Antonio Gramsci" sarà collocata nel centro di Salerno, per ricordare la drammatica fine delle 26 migranti nigeriane che il 5 novembre del 2017 approdarono senza vita nel porto campano.

Un'iniziativa che si inquadra nelle celebrazioni della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, e che nasce dall'impegno e dalla sensibilità di Stefania Spanedda, ceramista, insegnante di una scuola elementare di Torino, dove risiede, origini a Bosa, dov'è nata nel 1970.

La creazione, un pannello metallico su cui sono collocate 26 statuette in ceramica che riproducono la dea sarda nuragica simbolo della fecondità e della vita, sarà collocata nei giardini di via Scillato a Salerno lunedì 26 novembre, alla presenza del sindaco Vincenzo Napoli, dell'assessore locale alle Pari Opportunità Gaetana Falcone e dell'artista Stefania Spanedda.

LE 26 VITTIME DEL MARE - È la mattina del 5 novembre del 2017 e al porto di Salerno arriva la nave militare spagnola Cantabria con a bordo 401 migranti di tutte le età e un carico drammatico di 26 salme: sono giovani donne, decedute forse per annegamento mentre viaggiavano verso le coste italiane a bordo di uno dei tanti gommoni della speranza.

In un primo momento, il prefetto locale Salvatore Malfi non escluse l'ipotesi che le donne fossero state uccise, pensando che il caso potesse collegarsi alla frequente tratta di "schiave" destinate alla prostituzione nelle città europee, e descrivendo la vicenda come "una tragedia dell'umanità".

Ai funerali del 17 novembre presero parte tutte le autorità locali con il messaggio di cordoglio dell'allora presidente della Camera Laura Boldrini. Ma a commuovere fu soprattutto la partecipazione dei cittadini e in particolare il gesto degli studenti della Consulta provinciale, con la deposizione di rose bianche sulle bare delle 26 vittime, identificate grazie alle indagini e al ritrovamento di numeri telefonici nascosti tra i loro vestiti.

Un gesto di pietà, anche per le due piccole anime che due delle 26 donne portavano in grembo.

(isardinelmondo@unionesarda.it)

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La locandina dell'evento
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