Quante cose può fare l’intelligenza artificiale? Tante, ma non tutte, «perché la differenza la fa sempre chi sta “dietro”». Parola di Eugenio Marongiu, noto fotografo commerciale e di lifestyle che sta seguendo un progetto molto particolare - dove spesso sono protagoniste coppie di gemelli create con l’intelligenza artificiale - tanto da attirare attenzioni internazionali.

Nato a Sassari nel 1980 e cresciuto a Sorso, lascia la Sardegna per andare a studiare a Perugia nel 2001: «Un’esperienza d’impatto, una vita un po’ da bohémien, libertà, apertura mentale, un nuovo mondo». Tanta creatività che lo porterà nel 2009 a Milano: «Mi avevano regalato una macchina fotografica ed è nata la passione. Ho cominciato a studiare alla Bauer, una delle scuole migliori, con taglio molto accademico. Insegnavano un sacco di teoria su storia e filosofia della fotografia».

Poi arriva l’idea di Katsuko Koiso, di cosa si tratta?

«Intanto è un nome inventato, creato a caso da un generatore, che suona femminile in giapponese. È un grande progetto: si tratta non di scatti ma di immagini, in generale, create con l’intelligenza artificiale (IA). Attraverso un prompt inserisco le caratteristiche che desidero ed ecco che appare l’immagine. Quelle sono persone che non esistono ma nascono da un testo descrittivo. In questo senso mi potrei definire in realtà un programmatore».

L'immagine di due gemelle create con l'intelligenza artificiale (foto Eugenio Marongiu, concessa)
L'immagine di due gemelle create con l'intelligenza artificiale (foto Eugenio Marongiu, concessa)
L'immagine di due gemelle create con l'intelligenza artificiale (foto Eugenio Marongiu, concessa)

I suoi soggetti sono spesso persone anziane.

«Prima di tutto voglio dire che, dato che sono sempre stato considerato un “diverso”, per me l’inclusività e la diversità sono molto importanti. Ho scelto questa rappresentazione perché c’è molta richiesta di soggetti diversi rispetto a quelli di 30 anni fa. In realtà non mi limito agli anziani, ma ci sono persone di diverse religioni, etnie, età».

La vecchiaia di oggi che caratteristiche ha?

«Fino a poco tempo fa chi aveva, ad esempio, 60 anni faceva il discorso del “mi preparo la tomba”. Oggi l’anzianità è quasi un trend: si fanno viaggi, sport, ci si inventa qualsiasi cosa. Non a caso si chiama Golden Age. Ovviamente c’è chi può farlo e chi no, perché magari non ne ha le possibilità o è malato, ma in generale se hai affrontato bene la tua vita puoi arrivare anche a 90 anni».

Un fotografo è un po’ anche un esteta. C’è differenza fra una donna vecchia e un uomo vecchio?

«Di solito non faccio distinzioni, ma molto dipende da come si affronta questo periodo della vita. Vedo donne anziane in perfetta forma e uomini della stessa età, col pancione, che stanno al bar. Ci sono donne con i capelli brizzolati che emanano un grande fascino, mi viene in mente subito la modella sarda Valeria Sechi (QUI L’INTERVISTA). È molto ricercata una figura come la sua, è una delle poche. Oggi le agenzie si stanno spostando più sull’autenticità delle donne e degli uomini».

Un'immagine creata attraverso l'intelligenza artificiale (Eugenio Marongiu, concessa)
Un'immagine creata attraverso l'intelligenza artificiale (Eugenio Marongiu, concessa)
Un'immagine creata attraverso l'intelligenza artificiale (Eugenio Marongiu, concessa)

Mai pensato a un progetto sui centenari della Sardegna?

«Sì, e spesso. Se è vero che si cercano persone di 60-70-80 anni nel mondo commerciale, è vero anche che si tende a cercarli con una certa estetica per motivi pubblicitari. Trovare la 70enne curatissima è facile, io vorrei spingermi oltre per rappresentare persone più vere, semplici, che affrontano l’età in modo positivo ma non sono fashion magari».

Come sarebbe un sardo anziano creato con l’intelligenza artificiale?

«Molto dipende dalle piattaforme che si usano e ognuna ha una diversa estetica, così come – faccio un paragone azzardato – diverse sono le caratteristiche delle macchine fotografiche. Probabilmente dovrei fare più test, questa è la chiave per un buon risultato. Inserirei alcune parole come gemelli, sardi, tatuati».

Pelati o con i capelli?

«Pelati».

Corporatura?

«Un mix di grassi e magri».

Alti o bassi?

«Quello poco importa perché l’altezza è un parametro che non si percepisce con questa modalità».

Sorridenti?

«No».

Paesaggio?

«Rurale sardo, o desertico».

Ma l’intelligenza artificiale funziona in questi casi?

«Partiamo sempre dal prompt, dietro c’è tutto un ragionamento. Un fotografo come me ha un vantaggio: sa già lavorare a location, trucco e parrucco. Se non indichi questi elementi escono a caso, ed è questa l’intelligenza. Per quello dicevo che le diverse piattaforme fanno la differenza: qualcuna più accurata, qualcuna meno. Non è come scattare una foto in cui basta un clic. Devi avere un’idea, devi scriverla e avere il risultato che avevi in mente. Come se io fossi il regista e l’IA lavorasse per me».

Un'opera di Eugenio Marongiu (concessa)
Un'opera di Eugenio Marongiu (concessa)
Un'opera di Eugenio Marongiu (concessa)

E l’errore è contemplato?

«A me piace l’errore, moltissimo. L’IA fa passi da gigante, se guardassimo un prompt di un anno fa vedremmo un’immagine piena di difetti, distorta, non paragonabile a nulla di reale. Adesso vengono fuori cose incredibili ma sempre in base alle tue indicazioni».

L’intelligenza artificiale ha qualche carenza?

«Certo, ad esempio le mani: non riesce a rappresentarle bene, forse perché non essendo mai in primo piano non ha riferimenti specifici. Quindi alla fine ci sono diversi difetti ed è questo l’elemento che colpisce».

L’IA si ribellerà?

«Gli scienziati ne parlano, e se continuerà a evolversi c’è questo rischio».

Lei ci litiga?

«Tutti i giorni! Da un anno ho cominciato a testare, anche usando Chat Gpt, ma la differenza la faremo sempre noi, chi sta dietro. È un mezzo al tuo servizio, chi vincerà la grande battaglia sarà chi saprà sfruttare questi strumenti. È ormai una cosa inarrestabile».

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