Governa l’ambasciata galleggiante d’Italia. Il sardo Giuseppe Lai dal 9 settembre dell’anno scorso è il 125° comandante dell'Amerigo Vespucci. Celebrato in tutto il mondo, il vascello conserva il fascino intatto del suo battesimo avvenuto nel 1931 nel Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia. Una moderna Argo, al timone un nuovo Ulisse che, partito dalla sua Itaca, vi farà ritorno dopo un giro del mondo attraverso 28 paesi e cinque continenti: 470 persone di equipaggio,101 metri di lunghezza per 15,56 metri di larghezza; tre alberi verticali, 2635 metri quadrati di canapa resistente alle raffiche oceaniche che formano le 24 vele; 36 chilometri le cime, 4146 tonnellate di eleganza che scivolano sui mari con la grazia di una fanciulla al ballo delle debuttanti. Bianco e nero lo scafo che ricorda gli antichi vascelli, al suo passaggio transatlantici e portaerei si inchinano cedendogli il passo.

Le radici

Nato a Ozieri, il comandante del Vespucci non dimentica il luogo della sua infanzia. Lula è dove resistono le sue radici, dove sono nati i genitori e vivono i parenti: «Lì ho ereditato la cultura e il valore delle tradizioni». Ispirato dal mare del nord-est della Sardegna, a dieci anni sogna di fare l'Ufficiale della Marina, a diciotto anni entra nell'Accademia Navale di Livorno: «Il mare mi incuriosiva, mi chiedevo cosa ci fosse oltre. Vedere le navi dominare quell’elemento scomparendo oltre l'orizzonte, ha fatto nascere in me la passione per ciò che faccio da 30 anni». Una carriera coronata da un sogno diventato realtà quando gli viene affidato il timone del Vespucci: «Questa è stata la mia prima nave, qui ho fatto il mio primo imbarco, la prima esperienza di bordo e il primo viaggio all’estero. Qui ho imparato a navigare al modo “antico”. A Cartagena de Indias il 9 settembre, alla cerimonia per il cambio del comando, ho rivissuto le stesse emozioni».

Un pezzo di storia

Da quasi un secolo il Vespucci solca i mari portando con sé le eccellenze italiane e il messaggio dell'Unicef a tutela dei diritti dei bambini. «È un'autentica ambasciatrice italiana», sottolinea Lai. «La Marina militare attraverso accordi con associazioni e fondazioni che si occupano della salvaguardia dei diritti dei minori, si impegna a diffonderne il messaggio». A La Plata, dove è ancorata dal novembre scorso, si conclude la X tappa di un viaggio epico. Giuseppe Lai racconta: «È davvero un viaggio quasi epico; abbiamo varcato le colonne d’Ercole, ripercorso i viaggi di Cristoforo Colombo e di Amerigo Vespucci, attraversato l’Atlantico fino al Mar dei Caraibi. Le tappe fatte finora da Marsiglia, Le Canarie, Dakar, Capo Verde, Santo Domingo, Cartagena de Indias, Trinidad and Tobago, Brasile ed infine La Plata, ci hanno regalato forti emozioni; a marzo sfideremo i mari più estremi, per poi risalire il Pacifico, Giappone, Australia, India, Golfo Persico e Medio Oriente, e infine, riavvicinarci a casa, dove torneremo a febbraio 2025». È un pezzo di storia italiana il Vespucci, con fregi in oro zecchino a prora e poppa, come la polena raffigurante l'eroico navigatore. In noce e mogano gli interni e un corridoio che è una galleria storica. «È stata costruita con una grande attenzione ai dettagli, un gioiello - racconta il comandante Lai - ma la vita a bordo è come quella sulle altre navi: turni di guardia, pasti, pulizie quotidiane, manutenzioni, sport, eventi conviviali. C’è però una costante attenzione verso gli allievi alla loro prima esperienza a bordo».

Un’attrazione

Tutto scandito da orari precisi, per mantenere questa “signora” di 93 anni costantemente in ordine e tale da accogliere sempre visitatori. «Una media di 5 mila al giorno - dichiara Giuseppe Lai - che aumentano nei porti italiani e nei porti esteri dove ci sono connazionali. Da Marsiglia a Rio de Janeiro 50mila i visitatori, in Brasile quasi 30mila». Il primo aprile l'Amerigo Vespucci lascerà La Plata per approdare a Ushuaia, la città più a sud del mondo dove vivono 2200 italiani su 80mila abitanti, da qui salirà verso Punta Arenas. «Al mio ritorno in Italia - racconta il comandante Lai - sarò felice di ritrovare affetti e amici. Lula è fra questi, sarà un piacere tornare».

Mariangela Dui

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