L’intellettuale orunese Antonio Pigliaru è stato ricordato a Ginevra e Losanna con un’iniziativa della Federazione dei circoli sardi in Svizzera.

A cinquant’anni dalla morte, sono stati messi in luce gli aspetti più significativi di "La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico", l’opera più importante di Pigliaru che tratta del fenomeno del banditismo soprattutto in Barbagia.

L’incontro culturale di Ginevra, nella sede del circolo, è stato introdotto dal presidente della federazione, Antonio Mura, e dalla presidente dell’associazione, Lorenzina Zuddas. Gli interventi di Antonio Delogu e Sergio Sotgiu, già docenti di Storia delle dottrine politiche e Filosofia morale all’Università di Sassari, hanno ripreso i lati caratterizzanti del libro.

"Delogu - spiega Domenico Scala, presidente onorario della federazione - ne ha proposto gli aspetti principali in cui il fenomeno del banditismo, diffuso in Barbagia, con una scrupolosa ricerca nel mondo del 'noi pastori', trova la sua spiegazione come espressione di una comunità che, per l’isolamento ambientale e sociopolitico, si dà un proprio codice di comportamento comunitario. Il banditismo non è, quindi, visto come un fatto criminale ma come il modo d’essere dell’uomo barbaricino che sente di dover obbedire non alla legge di uno stato lontano e patrigno (l’esattore delle imposte, il carabiniere, il magistrato) ma a quella che la propria comunità si è data".

Redatto in tredici articoli, il Codice contiene una sorta di legge comunitaria racchiusa in alcuni degli esempi più citati: l’offesa alla persona deve essere vendicata, e il furto del bestiame è un atto di "balentia".

"Sergio Sotgiu - prosegue Scala - ha ripercorso, in una sala affollata e attenta, alla presenza anche del console italiano a Ginevra, con una argomentazione di limpida chiarezza e di profonda comprensione del testo pigliariano, i momenti più significativi della sua riflessione sulla autonomia regionale, sulla sprovincializzazione della cultura in Sardegna, sulla necessità della diffusione della istruzione che renda ciascun individuo capace di partecipare responsabilmente alla vita della propria comunità politica".

A Losanna, dopo i saluti di Antonio Mura e di Scala, insieme alla presidente del circolo, Josiane Masala, ai presenti (tra i quali anche il vice console italiano a Losanna), Sotgiu ha parlato "della vendetta barbaricina come ordinamento giuridico, di Pigliaru instancabile organizzatore culturale, fondatore della prestigiosa rivista 'Ichnusa', dei centri pedagogici da lui fondati in diverse città dell’isola, del suo attualissimo concetto di Autonomia regionale".

Infine, l’incontro è stato l’occasione per consegnare il premio "Scienziati sardi nel mondo" a Lucia Gemma Delogu, per le sue ricerche nel campo delle nanotecnologie applicate alla biomedicina.

La targa-ricordo è stata consegnata da Francesco Stellaci e Pierre Laurent Nicod, docenti dell’università di Losanna.

(Unioneonline/s.s.)

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