Tumori al cervello inoperabili: nuova speranza al Bambino Gesù
Un mix di terapia genica e farmacologica che, in test di laboratorio, ha inibito la crescita del tumore
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ricercatori dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno messo a punto un potenziale trattamento per i gliomi diffusi della linea mediana, tumori del cervello aggressivi, inoperabili e ad oggi senza cura.
Il trattamento consiste in un mix di terapia genica e farmacologica che, in test di laboratorio, ha inibito la crescita del tumore.
"La nuova strategia di cura ha fornito risultati pre-clinici promettenti e potrebbe rappresentare il primo passo per arrivare a trattare con successo una proporzione dei pazienti affetti da questa terribile forma di tumore", ha affermato Franco Locatelli.
Lo studio è stato condotto partendo dalle cellule tumorali di pazienti affetti da glioma. Attraverso uno screening farmacologico, i ricercatori hanno identificato un farmaco sperimentale mai testato in questa patologia (Linsitinib) che si è dimostrato capace di esercitare un'azione antitumorale diretta sulle cellule tumorali. A questa molecola è stato affiancato l'utilizzo di cellule Car-T programmate per riconoscere e uccidere le cellule tumorali aggredendo una proteina espressa sulla loro superficie: l'antigene GD2.
L'utilizzo della strategia combinata, negli esperimenti di laboratorio, si è dimostrata in grado di inibire la crescita del tumore. I ricercatori hanno inoltre dimostrato che la combinazione produce un effetto antitumorale più efficace rispetto ai due trattamenti usati separatamente.
Nonostante i risultati positivi, la sperimentazione sull'uomo non sarà immediata, avvertono i ricercatori. Occorrerà prima mettere a punto modalità migliori per veicolare il farmaco e le Car-T direttamente nella sede tumorale e svolgere ulteriori test per comprendere meglio quale possa essere la risposta immunitaria e infiammatoria nei pazienti.
Lo studio è stato condotto in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, il Policlinico Gemelli e l'Institute of Cancer Research di Londra. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neuro-Oncology .
(Unioneonline/v.l.)