In Italia quasi una donna su quattro con tumore al seno potrebbe trarre benefici dall'esecuzione dei test genomici che consentono la personalizzazione del trattamento post-operatorio e limitano la somministrazione di farmaci inappropriati.

Ne è convinto Giampaolo Bianchini, responsabile Oncologia mammaria al San Raffaele di Milano, secondo cui è necessario rendere ancora più accessibili questi esami attraverso un ampliamento del fondo di 20 milioni istituito nel 2020.

«Secondo alcune stime dovrebbero essere aggiunti altri 5 milioni di euro alle risorse attualmente previste - sottolinea Bianchini -. Ammontano a 13mila le donne che ogni anno potrebbero eseguire il test per la scelta della terapia adiuvante più adeguata, qualora questi test fossero usati ovunque nel Paese. Cinque anni fa erano state calcolate solo 10mila pazienti. Fino a 6mila pazienti ogni anno solo in Italia potrebbero evitare la chemioterapia, cura farmacologica che presenta effetti collaterali importanti e costi rilevanti per il servizio sanitario nazionale».

Uno studio sul test genomico Oncotype Dx, condotto in cinque centri oncologici irlandesi e presentato al San Antonio Breast Cancer Symposium, ha riscontrato che l'esame in un periodo di 11 anni ha portato a un risparmio di oltre 60 milioni di euro associato all'uso della chemioterapia. Al meeting è stato annunciato anche l'avvio di uno studio clinico randomizzato di fase III volto a ottimizzare il trattamento adiuvante per le donne in premenopausa affette da cancro al seno Hr+ e Her2-negativo.

«Sono solo due esempi delle grandi opportunità offerte dai test genomici in tutto il mondo - prosegue Bianchini - Le opportunità di cura e di guarigione aumentano quanto più la diagnosi è precoce e il tumore è in uno stadio iniziale. I farmaci innovativi di ultima generazione agiscono selettivamente su singole mutazioni oppure sono efficaci solo su alcuni sottogruppi di malattia. Tutti gli strumenti a nostra disposizione in grado di rendere più precise le diagnosi sono perciò fondamentali e il loro uso va incentivato e favorito il più possibile».

(Unioneonline/v.l.)

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