Il corso di studi in Biotecnologie industriali le ha consentito di andare dall’altra parte del pianeta, da Oristano fino a Sidney, dove tempo fa ha frequentato un tirocinio in laboratorio. Chiara Incani, laurea in tasca, oggi ha 29 anni e in Australia ha potuto studiare la modificazione genetica di una microalga per produrre diesel. Ancora oggi da quel laboratorio di ricerca riceve la proposta di tornare per proseguire l’attività. «Tutto questo grazie alle opportunità che mi si sono aperte al Consorzio Universitario di Oristano» spiega la giovane laureata, originaria di Masullas. «Dopo la triennale ho avuto la possibilità di frequentare a Helsinki i due anni di magistrale per laurearmi e poi lavorare per un anno». Ora Chiara sta valutando come e dove proseguire, avendo la certezza di trovare uno sbocco nel mondo del lavoro.

I percorsi

L’esperienza di Chiara è una delle tante soddisfazioni del Consorzio Uno che, a poco più di vent’anni dalla nascita, oggi conta un totale di 400 iscritti, spalmati su un percorso in Economia e gestione dei servizi turistici; tre curricula in Biotecnologie industriali e ambientali del corso di laurea in Biotecnologie, in Tecnologie alimentari e uno in Viticoltura ed enologia; un corso di laurea magistrale in Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari e, infine, una scuola di specializzazione in Beni archeologici.

Un ventaglio di offerte niente male per gli studenti neo diplomati e maturati ma anche per chi, in età adulta, ha la consapevolezza che una formazione universitaria può sempre tornare utile alle proprie attività lavorative. «Un aspetto confermato dall’età media registrata, per esempio fra gli studenti di Agraria» spiega Francesco Asquer, direttore generale del Consorzio Uno. «Un percorso seguito da studenti giovanissimi ma anche da imprenditori e professionisti, 40 e 50enni, che intendono sfruttare la formazione per migliorare la propria azienda». E questo fa sì che si creino gruppi di studio che mettono insieme generazioni diverse. «Facilitati dal fatto che il nostro è un ambiente raccolto con numeri ridotti: un elemento percepito positivamente anche dalle famiglie» va avanti il direttore.

A Casa di Babbo Natale

Da Villacidro a Rovaniemi: è l’esperienza fatta dal venticinquenne Franco Podda. Grazie a un tirocinio in Economia e gestione dei servizi turistici e alla sua passione per il clima non caldo ha trovato spazio in Finlandia, in un’agenzia che gestisce le visite alla Casa di Babbo Natale. «Mi sono ambientato subito» racconta al telefono, «al punto che, dopo la laurea lo scorso dicembre, nel giro di brevissimo tempo, ho trovato occupazione in Lapponia. E porto in giro i visitatori alla scoperta dell’aurora boreale e altre meraviglie di questa fantastica realtà nordica. Un’esperienza che mi sta formando, permettendomi di trovare la mia strada e avere la consapevolezza che c’è un mondo da scoprire».

Patrizia Mocci

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