«Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio. Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo».

Lo ha affermato Ignazio La Russa dopo la bufera che si è sollevata in seguito alle sue dichiarazioni su via Rasella («I partigiani colpirono una banda musicale, non i nazisti», aveva detto il presidente del Senato).

«Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso», ha aggiunto la seconda carica dello Stato.

Scuse tardive, secondo il Pd: «Non bastano – tuona la segretaria Elly Schlein – perché quotidianamente sentiamo affermazioni gravissime da persone che ricoprono cariche importanti. Ieri non solo sono arrivate su via Rasella con l'intento di riscrivere la storia: ma abbiamo sentito parlare di donne come forni, frigoriferi, che sono anche modi per evitare le domande che le opposizioni stanno facendo».

Il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, quando gli è stato chiesto se solleciterà le dimissioni di La Russa, ha risposto: «Dovrebbe avere lui la coscienza delle dimissioni da presidente del Senato dopo le sue parole su via Rasella, perché è palesemente inadeguato al ruolo che ricopre».

(Unioneonline/L)

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