Palazzo Chigi prende le distanze da Salvini e lo smentisce, Di Maio gli chiede di andare a riferire in Parlamento. E mentre il Pd attacca, lo stesso Borghezio afferma che Gianluca Savoini è un uomo della Lega, da decenni, tanto da definirlo un "soldato".

Si fa sempre più insidioso per Salvini il "russiagate" all'italiana.

Dopo l'intervista del compagno di partito uscita questa mattina sul Corriere, è arrivata la presa di distanza di Giuseppe Conte. Con una nota istituzionale di Palazzo Chigi che recita così: "Dopo aver compiuto tutte le verifiche del caso, si precisa che l'invito del signor Savoini al Forum 'Italia-Russia' è stato sollecitato dal signor Claudio D'Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del vicepresidente Salvini, il quale, tramite l'ufficio di vicepresidenza, ha giustificato l'invito in virtù del ruolo dell'invitato di Presidente dell'associazione Lombardia-Russia e ha chiesto ai funzionari del premier di inoltrarla agli organizzatori del Forum. L'invito alla cena del signor Savoini è poi stata una conseguenza automatica della sua partecipazione al Forum".

Una precisazione, quella di Palazzo Chigi, che non è solo una presa di distanza da Savoini, ma anche una smentita di quanto detto dal leader della Lega, che in questi giorni ha affermato di non sapere perché Savoini fosse alla cena con Putin a Villa Madama.

Un'altra immagine di quella cena (Ansa)
Un'altra immagine di quella cena (Ansa)
Un'altra immagine di quella cena (Ansa)

"SALVINI HA MENTITO" - "Salvini ha mentito, riferisca in Aula", attacca il Pd. "A nome del Pd ho chiesto ai presidenti Casellati e Fico un incontro urgente per garantire che nelle sedi parlamentari ci sia immediatamente la possibilità di ascoltare il governo su quanto sta accadendo. Le vicende che riguardano il ministro dell'Interno diventano ogni ora più gravi. La nota di Palazzo Chigi che smentisce le sue dichiarazioni aggrava la situazione", afferma il segretario Nicola Zingaretti.

DI MAIO - E dopo la smentita di Palazzo Chigi arriva, a stretto giro di posta, l'affondo di Luigi Di Maio. "Per spazzare via la confusione e fare chiarezza, rispondendo alle accuse, la sede opportuna è il Parlamento. Quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra costituzione. Peraltro quando si ha la certezza di essere strumentalizzati, l'aula diventa anche un'occasione per dire la propria, difendersi e rispondere per le rime alle accuse, se considerate ingiuste". Parla anche di commissione d'inchiesta il leader M5S, ma a differenza del Pd non la vuole solo per i presunti rubli alla Lega. "Una commissione d'inchiesta sui finanziamenti ai partiti serve - afferma su Facebook - va fatta subito e deve riguardare tutti, nessuno escluso".

(Unioneonline/L)

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