"Certo che conosco il Savo, è un mio vecchio amico. Resterò sempre suo amico perché abbiamo la stessa ossatura dottrinale. È un soldato della Lega, delle nostre idee".

In un'intervista al "Corriere della Sera" Mario Borghezio ha parlato di Gianluca Savoini, l'uomo al centro del caso sui fondi russi al Carroccio, alla ribalta dopo la pubblicazione da parte del giornale americano BuzzFeed di una registrazione di un presunto incontro all'Hotel Metropol tra esponenti della Lega e magnati di Mosca.

Il presidente dell'associazione Lombardia-Russia, indagato per corruzione internazionale, verrà sentito domani mattina in procura a Milano, ma il segretario Matteo Salvini continua a minimizzare il suo ruolo nei rapporti tra il partito e la Russia.

"È normale che fosse agli incontri e forse era più interesse della parte russa, che si deve premunire dai mestatori e faccendieri che cercano di infilarsi ovunque", ha aggiunto l'ex parlamentare, "si era guadagnato la stima della Russia. Lo consideravano un amico, interlocutore affidabile. Ma la prova assoluta che tutto fosse alla luce del sole è che in questa stagione le casse della Lega sono vuote".

Sul perché Salvini affermi di non aver avuto rapporti con Savoini, Borghezio ha dichiarato: "La linea ufficiale della Lega, 'non sappiamo nulla', è comprensibile. Prudenza doverosa da parte di chi ha responsabilità nel governo, visto il tentativo pesante di montatura indirizzata a colpire Salvini attraverso una persona facilmente identificabile come a lui vicina".

Intanto nell'inchiesta è spuntato un secondo nome, quello Gianluca Meranda, cofondatore di uno studio legale con una sede a Roma e una a Bruxelles. Anche lui sarebbe stato presente all'incontro all'Hotel Metropol, partecipando al vertice in qualità di "General Counsel di una banca d'affari anglo-tedesca interessata all'acquisto di prodotti petroliferi di origine russa".

L'uomo potrebbe essere ascoltato dalla Procura del capoluogo lombardo nei prossimi giorni.

(Unioneonline/F)
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