«Prima la “Omnibus”, per il rimpasto c’è tempo. La Lega ha una posizione chiara e quando sarà il momento tutti potranno apprezzarla». Anche Dario Giagoni, capogruppo del Carroccio in consiglio regionale, non poteva non essere allineato e coperto. E tirargli fuori qualcosa sull’attuale situazione all’interno della maggioranza è un’impresa improba.

Va bene l’attesa ma l'assessore Nieddu possiamo darlo fuori dalla Giunta?

«Non sta a me dirlo. Lascio che a gestire la scelta sia il mio segretario e i segretari dei partiti alleati».

Quindi sta confermando che sarà sostituito, o no?

«No. Sto solo dicendo che io non siederò al tavolo con gli alleati per discutere e decidere eventuali cambi nell’esecutivo. Per quanto mi riguarda posso aggiungere che i nostri tre assessori Satta, Todde e, appunto, Nieddu, stanno lavorando molto e bene».

Quindi lo difenderete a spada tratta?

«Sicuro, sfido chiunque a reggere un peso tanto grande come sta facendo lui. Non mi sembra ci siano dei Churchill che possano sostituirlo».

Nieddu non si tocca, però i malumori sulla sanità sono diffusi in tutta l’Isola, specie nelle aree interne dove mancano medici e dove gli ospedali sono solo scatole vuote come Tempio e Isili, per citarne due.

«Non credo che la colpa di questa situazione sia dell’assessore o dell’attuale giunta, i medici mancano e non da oggi. Noi abbiamo bandito i concorsi e proposto un riequilibrio del personale nei diversi ospedali sardi. E in ogni caso non sarò io a occuparmi della questione, ora mi preoccupa portare avanti la variazione di bilancio».

Che arriva in aula con un tremendo ritardo.

«Non nego che avremmo dovuto essere più tempestivi. Il ritardo c’è ma adesso vogliamo recuperare con un passo diverso».

Accontenterete chi sta battendo cassa: le solite marchette, come dice il centrosinistra?

«Marchette è un termine pessimo, volgare, e comunque no, niente marchette, sono previsti solo interventi per settori e territori colpiti pesantemente da incendi e Covid».

Senta, il famoso euro a litro di latte promesso da Salvini ai pastori in 48 ore nel 2019 dov’è finito?

«Il ministro Centinaio si stava adoperando per arrivare alla soluzione poi è cambiato il governo».

È una giustificazione?

«No. Io ho proposto dei centri territoriali per la raccolta del latte dove i pastori conferiscono e gli industriali acquistano a un prezzo prestabilito. Potremmo sapere quanto latte e quante tonnellate di formaggio vengono prodotti, oggi è impossibile saperlo. Dai nostri dati i conti non tornano: c’è troppa differenza tra formaggio e latte».

Poco praticabile e non tiene conto del mercato.

«È un’idea, uno spunto per riflettere».

Ha fatto il vaccino?

«Non ancora, ma sono prenotato per i prossimi giorni. Volevo farlo a Santa Teresa, al mio paese, non a Cagliari».

Come mai così tardi, non sarà mica un no vax?

«Io lo farò, ma sul tema vale quello che dice il mio leader Salvini: nessun obbligo vaccinale ma libera scelta».

Un’ultima domanda: si sente un miracolato?

«No, ho sempre fatto politica. Prima con An, di cui ero coordinatore dei giovani, e dal 2009 con la Lega. Ho girato la Sardegna per promuovere il mio partito, ho lavorato duro: non sono un miracolato».

Vito Fiori

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