Il risultato non lascia spazio a equivoci, le regionali le stravince il centrodestra, rafforzando di fatto, come commenta subito Giorgia Meloni, «l’azione del governo».

In Lombardia riconfermato Attilio Fontana con il 54,67%. Pierfrancesco Majorino del centrosinistra si ferma al 33,9%, solo il 9,87% per la candidata del Terzo Polo Letizia Moratti.

Nel Lazio a sbancare è Francesco Rocca con il 53,88%, segue Alessio D’Amato (Pd e Terzo Polo) al 33,5%, ferma al 10,7 la candidata del M5s Donatella Bianchi.

Ma il dato più clamoroso che emerge da queste consultazioni è l'astensionismo perché vota appena il 40% degli elettori. In Lombardia va il 41,67% degli aventi diritto ma il record assoluto è nel Lazio: solo il 37% si presenta ai seggi. Punta massima a Roma con il 33,11%, dato sconfortante se si pensa che alle precedenti regionali del 2018 nella Capitale andò alle urne il 63,11%.

Nel centrodestra, in entrambe le regioni, i singoli partiti di maggioranza incassano complessivamente un buon risultato. La Lega tiene in Lombardia anche se non è più il primo partito della Regione. La forza politica guidata da Matteo Salvini, che comunque continua ad esprimere la figura del presidente Fontana, riconfermato al Pirellone, porta a casa un 17% che, seppur in netto calo rispetto al 29,6% di 5 anni fa, è pur sempre in crescita rispetto alle politiche di settembre quando incassò il 13%. Ora la prima forza politica nella regione, da sempre a trazione leghista, è Fratelli d'Italia che mantiene le posizioni con il 26%, senza sfondare però la linea conquistata a settembre. Mentre FI, pur avendo dimezzato i voti, passando dal 14% del 2018 all'8% di ora, tutto sommato tiene se si pensa che alle ultime politiche aveva preso il 6,8%.

La Moratti, già vice di Fontana alla regione, presentandosi come candidata del Terzo Polo, non solo alla fine non riesce a erodere alcun voto al centrodestra, ma registra nel complesso un flop fermandosi a quota 10%. Un risultato che porta il leader di Azione Carlo Calenda a dire che «il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti» e che «Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi».

Analogo il risultato elettorale nel Lazio dove i partiti della maggioranza riescono a scippare al Pd la guida della Regione che aveva visto Nicola Zingaretti confermato per due mandati. Fratelli d'Italia incassa oltre il 34% confermandosi primo partito e superando il risultato delle politiche quando aveva preso il 31,44%. Il Pd tutto sommato resiste ottenendo quel 21% che è in linea con il 21,25% del 2018 e migliora rispetto al 18,32% delle ultime politiche. Non riesce, invece, l'exploit a Donatella Bianchi, la giornalista Rai scelta da Giuseppe Conte per competere con Alessio D'Amato. Lei si ferma al 12%. Ma i pentastellati crollano passando dal 27% di 5 anni fa a poco più del 9%.

SCONTRO CONTE-LETTA

Il segretario del Pd Enrico Letta punta il dito contro il M5S e il Terzo Polo dicendo che «l'Opa contro il Pd ha fatto male a chi l'ha tentata», mentre rivendica il fatto di essere ora «il secondo partito del Paese».  Giuseppe Conte prende atto del risultato «assolutamente non soddisfacente», ma si difende dagli attacchi che nel pomeriggio arrivano dal Nazareno. «Qualcuno suona già le campane a morto per il M5s - dichiara - ma io non esagererei la portata che rimane circoscritta sul piano territoriale a queste elezioni». Poi la stoccata verso il segretario uscente del Pd. «Ascoltare il redivivo Letta che dalle dichiarazioni entusiastiche sembra stappare bottiglie di champagne sulla performance del Pd non è accettabile. Francamente avrei poco da festeggiare».

Conte fa riferimento proprio al Lazio, «dove c'è un candidato indicato da Letta e Calenda, che consegnano la Regione al centrodestra».

(Unioneonline/L)

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