Christian Solinas esprime «profonda delusione e preoccupazione» per l’ennesimo nulla di fatto sulla vertenza Portovesme e per l’atteggiamento di Glencore.

«Dopo decenni di impegno delle istituzioni, in termini di risorse finanziarie e tutela ambientale, non possiamo accettare che le scelte della multinazionale condannino un polo strategico alla scomparsa, e con esso migliaia di lavoratori alla disperazione».

L'azienda nel corso del vertice al ministero ha opposto un netto rifiuto alla richiesta di riavvio degli impianti di Portovesme e San Gavino.

«Appare chiaro, come avevamo temuto - continua Solinas - che il fattore energia non fosse in realtà quello decisivo. Altre motivazioni di strategia industriale e commerciale incombevano sulla vertenza, ma da Glencore ci attendevamo parole chiare che non sono ad oggi arrivate».

PD ALL’ATTACCO

Ma il Pd va all’attacco e definisce il governatore «attore non protagonista» della vertenza.

Per il deputato dem Silvio Lai si tratta di un «fallimento» del governo Meloni, che «alla prima vera crisi industriale dimostra tutta la sua incapacità».

«Ci sono precise responsabilità dell’azienda che vuole chiudere le principali produzioni – precisa il parlamentare sardo – ma il governo non può affrontare una crisi di questa dimensione (1.500 lavoratori coinvolti) con le proposte ordinarie del 20% di credito d'imposta sull'energia in una Regione che oggi la paga 3 o 4 volte il prezzo medio italiano, né consentire alla multinazionale che ha ottenuto tanto in questo Paese di chiudere le produzioni principali al prezzo di un possibile futuribile piano di riconversione che occuperebbe meno del 10% della attuale forza lavoro. In questo contesto il presidente della Regione Sardegna è attore non protagonista, che anziché mettere in campo soluzioni, si presenta a mani vuote ma commosso».

(Unioneonline/L)

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