Sergio Mattarella ha firmato il decreto Salvini su migranti e sicurezza.

Il Capo dello Stato tuttavia, contestualmente all'emanazione del provvedimento, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ricordandogli che "restano fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato" in materia di accoglienza.

Nella missiva il Presidente della Repubblica avvisa Conte di aver emanato il decreto.

Poi avvisa il premier: "Al riguardo avverto l'obbligo di sottolineare che, in materia, restano fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo e, in particolare, quanto direttamente disposto dall'articolo 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall'Italia".

Il riferimento è all'articolo della Carta che riguarda, tra le altre cose, rifugiati e profughi.

L'articolo 10 recita: "L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici".

SALVINI - La replica del vicepremier firmatario del decreto arriva con una diretta Facebook. "Finalmente dopo tante polemiche e tanti che dicevano Mattarella non firmerà, oggi il presidente ha firmato il decreto migranti e sicurezza", ha detto, per poi replicare alla lettera del Colle. "Io li voglio rispettare tutti gli articoli della Costituzione e anche i trattati e le convenzioni internazionali, ma non vogliamo passare per fessi. Prima gli italiani vuol dire garantire il diritto alla sicurezza, al lavoro, alla salute e alla pensione per gli italiani. Se c'è chi scappa dalla guerra, per carità, è mio fratello. Ma molti di quelli che sono arrivati la guerra ce l'hanno portata in casa".

Il decreto comincia il suo iter in Parlamento dalla prossima settimana, e lì potrebbe essere ritoccato. Anche se Salvini mette le mani avanti: "Possiamo migliorarlo, ma non mollo di un millimetro su espulsioni, cittadinanza e permessi umanitari".

(Unioneonline/L)
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