La Regione Sardegna non può stanziare 10 milioni di euro l’anno per rideterminare i contratti di medici e lavoratori delle Asl, nemmeno i 15 milioni come incremento delle risorse per la contrattazione collettiva del personale dell’amministrazione, degli enti e delle agenzie regionali.

Lo ha stabilito il Consiglio dei ministri nella delibera con cui ha impugnato la manovra regionale approvata lo scorso 21 febbraio.

Secondo l’esecutivo nazionale la Finanziaria invade le competenze esclusive dello Stato in materia di ordinamento civile e coordinamento della finanza pubblica sancite nell’articolo 117 della Costituzione.

Tre nello specifico gli articoli contestati: il 5, il 7 e il 16.

«La norma regionale – si legge nella delibera – determina nei confronti del personale delle aziende sanitarie della regione Sardegna un trattamento di maggior favore rispetto al personale delle aziende sanitarie delle restanti regioni». Un altro comma dell'articolo 5 contestato riguarda i 150mila euro l'anno per tre anni alle Università di Cagliari e Sassari per l'attivazione di corsi di formazione per operatori sociosanitari a titolo gratuito. Secondo il governo, infatti, «l'inclusione di spese relative alla formazione comporta una rappresentazione non corretta del finanziamento sanitario regionale e in alcun modo il finanziamento sanitario è destinato alle università per l'attivazione di corsi universitari o di corsi di formazione post universitaria».

Sotto la lente anche l'articolo 16 (Disposizioni in materia di ambiente, protezione civile e di urbanistica) per le risorse stanziate sulla lotta agli insetti e ai parassiti.

«Un’autentica follia», tuona il consigliere dei Progressisti Francesco Agus, secondo cui il governo Meloni «salva mance e mancette e si schiera contro medici, infermieri e dipendenti pubblici».

L’impugnazione secondo l’esponente della minoranza non è una novità, «quasi tutte le leggi di questa legislatura hanno fatto la stessa fine». Ma, osserva, il governo «ha salvato in blocco i milioni di euro di mance elettorali ad associazioni ed enti in alcuni casi nemmeno legalmente costituiti, che meritavano una sanzione e sono una palese violazione di norme statali. E ha invece deciso di rimandare alla Consulta norme di cui avrebbero beneficiato migliaia di persone».

Insomma, «un danno enorme di cui fanno le spese i medici e i lavoratori del comparto sanitario che rischiano di non beneficiare dell'adeguamento della retribuzione accessoria e i dipendenti dell'amministrazione regionale che non vedranno adeguata l'indennità di amministrazione con quella percepita dai lavoratori dei ministeri».

Agus insinua inoltre un sospetto: «Chiederemo ogni atto utile a capire cosa abbia fatto la Regione per evitare l'impugnazione, il sospetto  è che nella trattativa con il Governo amico la Giunta Solinas abbia privilegiato il superfluo a danno dell'indispensabile».

(Unioneonline/L)

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