"Prendiamo atto che Forza Italia si è seduta al tavolo senza avere nessun tipo di mandato, mentre noi lo avevamo da Luigi Di Maio, per fare tutti i nomi e inserire tutte le caselle degli uffici di Presidenza, però prendiamo atto e siamo disponibilissimi a incontrare il leader dal centrodestra, che è Matteo Salvini".

A parlare è Danilo Toninelli, capogruppo M5S a Palazzo Madama.

È un no netto quello del Movimento 5 Stelle a trattare sui nomi da votare per la presidenza di Camera e Senato e, più in generale, su possibili alleanze di governo direttamente con Silvio Berlusconi.

Al termine di una giornata convulsa di incontri e abboccamenti e alla vigilia dell'inizio della legislatura con l'insediamento ufficiale del Parlamento, i pentastellati hanno dunque ribadito la propria contrarietà a scendere a patti con il leader azzurro (uno dei "nemici" storici dei grillini, al pari di Matteo Renzi), individuando di fatto nel segretario della Lega l'unico interlocutore possibile.

"Non possiamo incontrare tutti, altrimenti diverrebbe una cosa caotica e ingestibile", ha aggiunto Toninelli, dopo l'incontro tra capigruppo dove i partiti hanno cercato di sondare umori e disponibilità di alleati e avversari.

Pesa, sul niet pentastellato, il passato dell'ex Cavaliere, così come le sue vicende giudiziarie e anche il fatto che, pur essendo il numero uno indiscusso degli azzurri e pur avendo condotto in prima persona la campagna elettorale, non abbia potuto candidarsi.

E il veto riguarda anche il nome proposto dal centrodestra per la presidenza del Senato.

Quello di Paolo Romani, giudicato dallo stesso Di Maio "invotabile" a causa, anche in questo caso, del suo coinvolgimento in inchieste dela magistratura.

A Toninelli ha fatto eco Beppe Grillo in persona, che ha assicurato: "Non ci sarà un Nazareno bis".

Una situazione di stallo su cui in serata è intervenuto anche il neosegretario del Partito Democratico Maurizio Martina, che ha sottolineato come i "veti" stiano "bloccando tutto".

Dal canto proprio, mentre Salvini conferma la disponibilità a concedere la presidenza della Camera ai 5 Stelle, Forza Italia replica stizzita all'atteggiamento di chiusura dei pentastellati.

"Il Movimento 5 Stelle non vuole sedersi al tavolo con Berlusconi e questa è una cosa inaccettabile", ha tuonato Renato Brunetta. Che, assieme ai colleghi, ha ribadito l'intenzione di non fare passi indietro, anche per quel che riguarda il nome per Palazzo Madama. "Il nostro nome è e resta Romani".

La 18esima legislatura, insomma, sembra destinata a iniziare all'insegna del più aspro muro contro muro.

(Unioneonline/l.f.)

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