A fare lo sparring partner non è abituato, Silvio Berlusconi. Il ruolo di numero due gli sta stretto, così ieri ha cercato di prendersi la scena a modo suo. E ci è riuscito, irritando anche l'alleato e leader della coalizione.È stato lui a sedersi accanto a Mattarella, e dopo il colloquio con il capo dello Stato – durante la dichiarazione di Salvini – ha fatto il suo personalissimo show, diventando un vero protagonista.

Lui ha preso per primo il microfono il mano, per incoronare Salvini (“il nostro leader”) ma allo stesso tempo ha specificato che la sua sarebbe stata una “lettura molto attenta” di un comunicato studiato anche nelle virgole dai leader della coalizione.

E mentre Salvini leggeva il comunicato l'ex Cav era un continuo gesticolare. Sottolineva con ampi gesti i punti che riteneva più importanti, mimava con le labbra alcune parole (“u-ni-ta-ria-men-te”), enumerava i punti del programma di governo (a proposito, Salvini ha anche citato il suo intramontabile cavallo di battaglia, la riforma della giustizia). Come a dimostrare che quel documento lo conosceva a menadito, che era più suo che del leghista.

Berlusconi mima
Berlusconi mima
Berlusconi mima

Nel finale, il coup de theatre, la "battutaccia", come l'ha chiamata Di Maio. Berlusconi ha spostato quasi di peso Salvini e Meloni mandandoli verso l'uscita, ha preso il microfono e si è rivolto ai giornalisti: “Mi raccomando fate i bravi, sappiate distinguere chi è democratico e chi non conosce l'abc della democrazia. Sarebbe ora di dirlo chiaramente a tutti gli italiani”.

Un chiaro attacco ai 5 Stelle, un minuto dopo il tentativo di apertura di Salvini, che aveva chiesto a Di Maio “senso di responsabilità”, di smetterla con “veti e tatticismi” e appoggiare un governo di centrodestra guidato da una personalità indicata dalla Lega.

Un show, quello dell'ex premier che non si rassegna a diventare sparring partner, che ha irritato non poco gli alleati. Tanto che il capogruppo leghista alla Camera ha subito diramato una nota per dissociarsi: “Le parole finali di Berlusconi al Colle non rispecchiano la posizione della Lega, né quella del centrodestra. I veti non ci piacciono a prescindere dalla provenienza, noi non abbiamo nessuna preclusione al dialogo con M5S, seconda forza politica in Parlamento”.

Ma Berlusconi è tornato alla carica ancora oggi, attaccando frontalmente il capo politico pentastellato: "Non sta certo al signor Di Maio dire a Berlusconi quel che deve fare, è un compito che spetta agli elettori", ha dichiarato in un'intervista.

E Matteo Salvini sta perdendo sempre più la pazienza: "Se Forza Italia litiga con i 5 Stelle e i 5 Stelle litigano con Forza Italia, non andiamo lontano. Noi siamo la coalizione più votata ma non abbiamo i numeri: o 50-60 parlamentari firmano il nostro programma oppure l'unica soluzione è un governo centrodestra-M5S".

Sposta di peso gli alleati
Sposta di peso gli alleati
Sposta di peso gli alleati

(Unioneonline/L)

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