Chi sbaglia seggio, chi sbaglia a votare, chi, pur essendo un addetto ai lavori, commette autogol clamorosi.

Anche questo è l'election day.

Tra i casi più eclatanti, quello capitato ad Alessandro Di Battista. L'esponente pentastellato si è presentato al seggio dove ha votato negli ultimi anni, alla scuola Vallombrosa, in via Taverna a Roma.

Unico problema: in questi mesi ha cambiato residenza e, dunque, sede elettorale.

Dunque il presidente non ha potuto consegnargli la scheda, rinviandolo al seggio giusto.

"Non mi hanno comunicato il cambio", si è giustificato dal canto proprio Di Battista.

Piccola disavventura anche per Pierluigi Bersani.

L'ex candidato premier del Pd, oggi candidato con Liberi e Uguali, dopo aver votato a Piacenza, ha infilato una delle due schede dentro l'urna, senza consegnarla al presidente per lo "strappo" del sigillo anti-broglio, novità di questa tornata elettorale.

Momenti di imbarazzo, poi la presidente lo ha rassicurato: "Vabbè è lo stesso. Poi lo togliamo dopo".

Strani scherzi della forza dell'abitudine.

Fa discutere, invece, il post del deputato siciliano Alessandro Pagano. Che, ritwittando il collega Stefano Candiani, avverte di tracciare la X su una scheda alla volta, senza sovrapporle per evitare l'effetto carta carbone. "L'ho sperimentato direttamente", spiega. Scatenando l'ironia degli utenti, stupiti del fatto che un parlamentare possa aver scoperto "l'acqua calda".

E non sono mancati, ovviamente, gli ipse dixit.

Come quello di Antonio Tajani, presidente del Parlamento Ue nonché premier in pectore del centrodestra, che, presentandosi al seggio di Fiuggi, ha salutato gli scrutatori con la frase: "Scusate il disturbo".

E non è il solo: anche Matteo Renzi ha domandato scusa per "l'intrusione" ai componenti del suo seggio di riferimento.

(Unioneonline/l.f.)

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