Si allontana la possibilità di un incarico esplorativo a Giuseppe Conte dopo questo primo giro di consultazioni, molto interlocutorio e dall'esito incerto, che si concluderà sabato. E prende strada l'ipotesi di un incarico esplorativo a una figura istituzionale come Roberto Fico per verificare se sia possibile formare un governo con la maggioranza Pd-Leu-Iv-M5S.

E' quanto chiesto da Matteo Renzi nel corso del colloquio della delegazione di Italia Viva con il Capo dello Stato, il più atteso in questo primo giro di consultazioni.

L'ex premier chiede al Capo dello Stato di non dare un incarico esplorativo a Giuseppe Conte ("Non è il momento dei nomi, siamo in un'altra fase") ma si dice disponibile a tornare in maggioranza con Pd, M5S e Leu.

"Noi non siamo ancora disponibili all'incarico a Conte. Si dia prima un mandato esplorativo a un'altra personalità per verificare se M5s e Pd vogliono ancora una maggioranza con Italia Viva. Prima di tutto c'è da chiarire se c'è la maggioranza, nel caso non ci sia a noi va bene un governo del Presidente", questa la posizione che avrebbe espresso Matteo Renzi, aggiungendo che successivamente tutte le soluzioni sarebbero aperte senza preclusioni sui nomi.

Ma in una telefonata del premier, il cui contenuto è stato rivelato da fonti di Italia Viva, alla domanda di Conte se ci fossero problemi con la sua persona, Renzi ha risposto di "non avere problemi personali ma enormi questioni politiche con lui".

Un intervento fiume quello del leader di Iv precisa di aver espresso a Mattarella la necessità di "evitare elezioni, che sarebbero un errore" e dar vita a un governo "subito", con Iv disponibile sia a un esecutivo politico ("Sarebbe preferibile") che a uno istituzionale.

Si dice disponibile a tornare al tavolo con la maggioranza uscente e si rivolge agli ex alleati. Buttando la palla dall'altra parte: "Ne hanno dette tante su di noi in questi giorni, abbiamo sentito parole al limite dell'insulto. Vogliamo sapere dalle altre forze se ritengono che Iv possa o non possa far parte della maggioranza. Rimettiamo la valutazione a chi in queste settimane ha messo veti su di noi".

E se Renzi butta la palla dall'altra parte, Andrea Orlando gliela rilancia: "Per riprendere Renzi in maggioranza bisogna capire se Renzi pone un veto su Conte o no, cioè se è vero quello che ha detto al Quirinale o se è vero quello che ha fatto uscire dopo sulle agenzie. Ma se con Renzi i numeri restano risicati, si continuerà a ballare e per questo vogliamo un allargamento della maggioranza. L'ultima parola naturalmente spetta a Mattarella ma ci sono più scenari e si rischia di rotolare ad elezioni", fferma a Otto e Mezzo il vicesegretario dem.

Tornando al leader di Italia Viva, non c'è un ultimatum sul Mes: "Noi riteniamo che si debba prendere, ma l'importante è discuterne, ci spieghino perché non va preso. Non poniamo ultimatum, il sì al Mes non è una condicio sine qua non per la formazione del governo".

Renzi rivendica i motivi per cui ha aperto la crisi e definisce "indecorosa" la caccia al singolo parlamentare di questi giorni, "si è fatto credere di affrontare la crisi con un voto o due". Poi sottolinea l'importanza di Italia Viva: "Senza di noi non esiste una maggioranza politica. Attendiamo di capire nelle prossime ore se la valutazione è voler coinvolgere Italia Viva e nel caso discutere delle idee. Solo dopo discuteremo dei nomi, le poltrone non ci interessano".

Dopo tocca alla delegazione del Partito Democratico, con Nicola Zingaretti che arriva in sala stampa scuro in volto (forse perché ha saputo del no di Renzi all'incarico a Conte) e rilascia una brevissima dichiarazione, per poi dileguarsi senza rispondere alle domande dei cronisti.

"Abbiamo indicato la disponibilità a sostenere un incarico al presidente Conte che anche nell'ultimo voto di fiducia si è rivelato punto di sintesi ed equilibrio avanzato", afferma il segretario dei dem. Il Pd sostiene Conte "per un governo che possa contare su un'ampia e solida base parlamentare, che sia nel solco della tradizione europeista, ingrado di affrontare le emergenze della pandemia e realizzare con riforme istituzionali quella macchina pubblica in grado di far ripartire il Paese".

Zingaretti ha anche manifestato "una grande preoccupazione per l'apertura della crisi di governo che continuiamo a considerare un atto irresponsabile in un momento di estrema difficoltà per il Paese".

Sostegno al premier anche da Liberi e Uguali, che ha comunicato al presidente Mattarella la "disponibilità a proseguire la esperienza di governo con il presidente Conte, fondata sull'alleanza tra M5S, Pd e Leu e che possa allargarsi a chi crede nei valori costituzionali ed in una Ue solidale".

In mattinata il gruppo delle Autonomie ha espresso una preferenza per un eventuale Conte ter, "punto di equilibrio tra i partiti senza il quale è difficile avere una stabilità", ha detto Julia Unterberger. "Abbiamo confermato al presidente Mattarella il sostegno per qualsiasi formazione purchè sia fortemente europeista e abbia nel programma la tutela delle minoranze linquistiche e delle autonomie speciali. Il Paese non ha bisogno di una crisi. Si deve trovare una soluzione politica e non un governo tecnico", ha aggiunto.

Chiesto un reincarico a Conte anche dal Gruppo Misto, sia alla Camera che al Senato.

Ma una parte del Misto, quella della componente Radicali +Europa, con Azione di Calenda, si è detta "indisponibile a un Conte ter". "Siamo disponibili a discutere di contenuti con un nuovo eventuale presidente incaricato con un autorevole profilo europeista e riformatore con una maggioranza più ampia.

Infine per gli "europeisti", nuovo gruppo al Senato, è "necessario un reincarico al premier Conte, unica soluzione per poter continuare ad andare avanti in questa legislatura". Lo hanno detto Riccardo Merlo e Gregorio De Falco.

(Unioneonline/L)

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