Il consiglio dei Ministri ha ridotto i poteri dell'Autorità nazionale anticorruzione e del suo presidente, Raffaele Cantone.

Lo ha fatto nelle ultime ore, aggiornando il nuovo codice degli appalti pubblici.

In particolare è stata rimosso il comma 2 dell'articolo 211, ossia la possibilità dell'Anac di sanzionare chi non si adegua alle sue raccomandazioni senza aspettare la magistratura ordinaria.

La decisione, presa per ora senza il consenso del Parlamento, secondo alcune indiscrezioni avrebbe lasciato Cantone "esterrefatto".

Prime reazioni anche dai partiti politici. "L'Anac ha perso i suoi poteri con un colpo di spugna", ha scritto su Facebook la deputata M5S Roberta Lombardi.

"Ancora una volta - denuncia il segretario confederale della Cgil Franco Martini - in spregio a trasparenza e correttezza, si è consumato l'ennesimo colpo di mano sugli appalti".

Polemiche che hanno spinto il ministro della Giustizia Andrea Orlando a chiedere al Consiglio di "verificare le conseguenze della cancellazione".
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