È un Renato Soru a tutto campo quello che oggi, in un teatro di San Giuseppe di Nuoro stracolmo di persone, ha chiuso la sua campagna elettorale per la corsa alla presidenza della Regione nel Nuorese, prima di fare tappa domani a Sassari e venerdì a Cagliari. Un Soru che non risparmia bordate al centrodestra di Truzzu «per le passerelle delle persone più improbabili - dice riferendosi ai big nazionali arrivati oggi nell'Isola - che non sanno nulla di noi. In questa campagna elettorale è chiaro, è manifesto di cosa stiamo parlando: non della Sardegna ma del Governo nazionale che viene qui a fare sfilate e cerca un referendum su se stesso».

Ce l'ha anche con Giuseppe Conte, in Sardegna per una «tre giorni in campagna elettorale» e ricorda che l'ex presidente del Consiglio del M5S «ha fatto di tutto quando era alla guida del Governo con Salvini. Poi vengono a farci lezioni che noi vogliamo fare vincere la destra. Noi oggi siamo l'unica possibilità di vincere la Destra». Infine l'affondo a Pierluigi Bersani, anche lui in tour e oggi a Nuoro al fianco dell'altra candidata alla presidenza, Alessandra Todde: «Tornatene a casa Bersani, non ci fai nulla. Tornatevene tutti a casa e lasciateci in pace, è il nostro presidente, il nostro governatore che dobbiamo eleggere. Non dovete imporlo con le vostre prepotenze». Ma Soru non ha dimenticato nemmeno di parlare del programma, della sua visione di Sardegna. «Non possiamo vivere di solo turismo e pane carasau», ha detto. Ha parlato della transizione verde e agricoltura verde «contro l'assalto al vento e al sole dell'Isola, grazie ad un decreto - ha accusato - fatto dal Governo con la complicità del presidente della Regione».

Per Soru il vento e il sole «devono garantire un reddito aggiuntivo per chi lavora in campagna» e portare vantaggi alle bollette dei cittadini e delle aziende. «Gli arabi hanno utilizzato le loro risorse, non le hanno regalate e sono diventati i più ricchi del mondo». Immancabile uno sguardo alla Sanità: «Non è vero che non ci sono i medici, i medici stanno scappando mentre chi governava era occupato a mandare a dirigere chi non aveva i titoli». Infine, la scuola: «Tagliano i dirigenti e abbandonano i bambini, tutto per risparmiare su uno stipendio, serve immediatamente una legge». 

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