“Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”: la frase, celeberrima, è di Bertolt Brecht. Poveri sardi, se è così: perché di eroi, negli ultimi mesi, ne hanno avuti almeno tre. Tre persone che hanno dato la vita per salvarne altre.

Li conoscete, le cronache ne hanno parlato.

Il primo si chiamava Mirko Farci, era di Tortolì e aveva appena 20 anni: lo scorso 11 maggio ha messo il suo corpo tra il corpo di sua madre Paola Piras, 51 anni, e le coltellate che l’ex compagno di lei, Shahid Masih, 29, pachistano, continuava a darle. Diciassette erano già andate a segno: abbastanza da spedire la donna in Rianimazione per 55 giorni (ne è uscita di recente). Le successive le ha incassate il ragazzo, colpito alla trachea, al pancreas, ai reni, al fegato, ai polmoni e all’addome, ma soprattutto alle mani e alle braccia, sollevate nel tentativo di difendere sé e sua madre. Mirko, hanno raccontato nelle cronache de L’Unione Sarda Simone Loi e Roberto Secci, sognava di fare lo chef girando il mondo. Orfano di padre, si sarebbe diplomato al termine di quest’anno scolastico all’Alberghiero di Tortolì e aveva già fatto esperienza nel ristorante di famiglia. L’assassino ha raccontato di essersela presa con lui perché il ragazzo, per difendere la madre, gli avrebbe tirato contro un vaso.

Il secondo eroe sardo da ricordare era invece un padre, e ha dato la sua vita per salvare quella di una delle sue figliolette e dell’amichetta di lei, entrambe dodicenni. L’assassino, in questa storia è il mare, uno di quegli elementi che gli antichi veneravano come un dio perché lo temevano: perché a ciò che li sovrasta, che non possono controllare, che non è nelle loro mani, gli uomini anticamente davano nomi di dèi. Ed erano dèi terribili, dèi che esigevano sacrifici. Il dio terribile, stavolta, si è manifestato il 25 giugno scorso nelle acque di Gutturu ’e Flumini, sul litorale della Costa Verde, dove la corrente, quando si scatena, porta al largo ed è così forte da mettere in difficoltà anche nuotatori esperti. Figuriamoci due ragazzette dodicenni che, in un eccesso di confidenza, giocando con le onde, si erano ritrovate trascinate al largo. Fernando Porcu aveva 61 anni e un fisico non certo da bagnino: era l’unico operaio del Comune di Villamar, suo paese natale. Quando ha visto le ragazzine in difficoltà non ci ha pensato nemmeno un attimo: è entrato in acqua e si è dato da fare per tirarle fuori. Non ce l’ha fatta: l’ha stroncato un malore. A salvare la figlia e l’amichetta di lei, ha raccontato su L’Unione Sarda Santina Ravì, hanno pensato altri bagnanti: quando si sono voltate per dire all’uomo che era fatta, missione compiuta, si sono accorti che Fernando Porcu se n’era andato.

Ma quel 25 giugno, evidentemente, il dio terribile non era placato, e qualche ora dopo si è manifestato in una spiaggia lontana decine di chilometri da Gutturu’e Flumini: Foxi, a Pula. Qui un pensionato, che si chiamava Roberto Mudu e aveva 87 anni, si stava godendo il primo bagno delle sue vacanze: pulese, viveva da tanti anni vicino a Milano. Era felicissimo di essere tornato nel suo paese, nel suo mare, ha raccontato su L’Unione Sarda Ivan Murgana. Passeggiava in acqua quando il cuore l’ha tradito. L’uomo, grande e grosso com’era, si è accasciato in pochi palmi d’acqua. Il primo a correre in suo soccorso è il terzo eroe sardo di cui vogliamo parlare: si chiamava Gianni Fanais, aveva 72 anni e le foto lo raccontano per quel che era, un inguaribile simpaticone col fisico allenato e la battuta sempre pronta che per tanto tempo aveva fatto il bagnino all’hotel Baia di Nora. Ha fatto quello che aveva fatto tante altre volte in circostanze analoghe, salvando più di una vita: un lungo, testardo, generoso massaggio cardiaco nel tentativo di rianimare Roberto Mudu. Si conoscevano, peraltro: la casa di Gianni è a cinquanta metri da quella dove Mudu tornava ogni estate. Ma poco conta: un bagnino non va mai in pensione e in caso di necessità soccorre chiunque, belli e brutti, simpatici e antipatici. Il massaggio è andato avanti a lungo, a lungo. Finché a fermarsi è stato il cuore del soccorritore. Pula li ha salutati con un funerale solo. Per Gianni Fanais il Comune ha chiesto alla Prefettura il conferimento di un’onorificenza: sarebbe giusto, sarebbe bello.

Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, certo, ma bravi quelli che, quando gli eroi si manifestano, gli rendono onore.

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