S enza proclami. E senza tifosi. La prima retrocessione del 2015 era stata vissuta quasi come un’onta, scatenando la furia sportiva nella proprietà del club. Il Cagliari costruì subito una squadra di all stars per la Serie B, affidando a un rampante professionista come Massimo Rastelli il compito – non facile – di guidare in fretta e bene il ritorno al piano superiore.

Questa volta nessun proclama, poco o nulla fa intuire quanta rabbia si respiri per quello che è accaduto e che non doveva succedere, quel maledetto pomeriggio a Venezia. Nessuno striscione di benvenuto, ad Assemini, soprattutto neanche un tifoso: l’aria è quella della ricostruzione, soprattutto la ricostruzione del rapporto con la piazza, ai minimi termini. E non diciamo che è tutta colpa della retrocessione, perché i tifosi del Genoa hanno sfilato in corteo a Genova, dallo stadio al centro, con i vertici della società dopo l’aritmetica caduta in Serie B.

Salutati i calciatori più appetibili (per gli altri), si ricomincia. Stiamo assistendo a una delle più grandi smobilitazioni tecniche degli ultimi trent’anni, a Fabio Liverani il compito di riordinare gli appunti con i nomi e dare un senso alla squadra, testa bassa e pedalare, in un campionato ancora da decifrare. Si ritrovano oggi in campo i rossoblù reduci da un’epurazione che ha riguardato anche l’allenatore Alessandro Agostini, aziendalista fino all’ultimo, a cui è doveroso fare gli auguri di una pronta sistemazione .

Il ritorno di Roberto Muzzi scatena il dubbio che il direttore sportivo Stefano Capozucca da oggi in poi avrà un tutor, un’ombra con il quale condividere tutto. Il legame affettivo di Muzzi con Liverani, entrambi ex della Lazio, potrebbe essere una spinta utile a costruire uno spogliatoio che faccia da motore per la risalita.

Pedalare, senza guardare salite o indisiosi saliscendi, sarà questo il destino del Cagliari in una Serie B piena di trappole. E di pretendenti ai tre posti per l’ascensore, quello in salita, se questo sarà l’obiettivo. La piazza è in fermento, l’assoluto disinteresse mostrato nelle ultime due occasioni ufficiali (il raduno di ieri e l’arrivo di Liverani all’aeroporto) è un segnale, ognuno lo interpreti come crede.

Pedalare a testa bassa, con una nuova identità e tante facce nuove, se il lavoro del navigato Capozucca produrrà un organico secondo le richieste del tecnico. Dato per assodato che Joao e Nandez giocheranno con un’altra maglia, sarà un Cagliari dalla nuova identità e che sarà chiamato – lo ripetiamo – a ricostruire il rapporto con la piazza. Se diamo un peso ai social, per valutare meglio il borsino della passione rossoblù, diciamo che la campagna abbonamenti è stata accolta timidamente. Nel giorno in cui sul progetto dello stadio è stato fatto il punto, finalmente. Buon lavoro, Cagliari, da oggi parte un ritiro spirituale, senza fuochi d’artificio ma – speriamo – con la rabbia giusta per cancellare la botta di Venezia.

© Riproduzione riservata