M ario Draghi ha passato il testimone del governo a Giorgia Meloni subito dopo il suo ultimo Consiglio europeo dove ha conseguito due obiettivi significativi per i quali si era impegnato negli ultimi vertici, non solo come presidente del Consiglio italiano, ma anche come autorevole economista di livello internazionale: il tetto al prezzo e gli acquisti comuni del gas. Perciò, ha rivendicato la sua soddisfazione nell’ultimo giorno del suo governo: era stato il primo, a dicembre dell’anno scorso, a parlare di acquisti comuni europei di gas e il primo, a marzo, a lanciare in Europa la proposta del “price cap”.

O ra entrambi i dossier sono entrati a far parte delle linee guida della politica energetica europea. Draghi è riuscito a convincere anche i più scettici dei paesi europei (Germania e Olanda) in nome dell’unità dell’Unione e della difesa del mercato interno, ottenendo un meccanismo per contenere la volatilità del prezzo del gas e soluzioni comuni per fronteggiare il caro energia. «C’è un aspetto che mi rende particolarmente orgoglioso - ha detto l’ex premier -, tutte queste misure sono iniziative del governo italiano, portate avanti con tenace e proficuo sforzo di mediazione», per concludere che l’Italia, da Paese fondatore dell’Unione europea, deve essere considerata, credibilmente e con rispetto, al centro dell’intero progetto comune.

In particolare, in occasione dell’ultimo vertice europeo cui Draghi ha partecipato appena il giorno prima del passaggio di consegne alla nuova premier, Giorgia Meloni, sono stati fatti passi avanti decisivi sui tre punti cruciali del negoziato: un tetto al prezzo del gas, una piattaforma di acquisti comuni e la creazione di un indice alternativo al Ttf di Amsterdam. Inoltre, c’è stata una cauta apertura anche su un possibile nuovo debito comune, una sorta di “Sure” dell’energia per aiutare gli Stati membri ad abbassare il prezzo delle bollette sull’elettricità. Il progetto, voluto dalla Francia e caldeggiato dall’Italia, aveva incontrato le resistenze di Germania e Olanda, preoccupate che le misure proposte da Draghi potessero rivelarsi controproducenti sulle forniture di gas all’Europa.

Non è stato facile per il nostro ex-premier vincere le ultime resistenze di questi due paesi. Per superare lo stallo, ha fatto ricorso anche ad una spiegazione accademica del modo in cui agisce la speculazione sul prezzo del gas. «Quando qualcuno “potente” dice di no al tetto al prezzo del gas, i prezzi salgono... E questo modo di pensare e di agire ha già provocato danni immensi, perché così facendo, abbiamo finanziato la guerra di Putin e provocato la recessione».

I 27 paesi dell’Ue hanno omaggiato Draghi con un video intitolato “Grazie Mario”, seguito da un lungo applauso al termine del quale il presidente Charles Michel gli ha consegnato una targa.

La decisione del Consiglio europeo ha portato a un calo del 10% del prezzo del gas, a dimostrazione che la componente speculativa nella formazione dei prezzi ad Amsterdam è rilevante. Draghi ne ha approfittato per chiosare che «questo è il modo in cui andava affrontata la crisi sin dall'inizio, che si tradurrà presto in bollette più basse». L’auspicio è stato che nelle prossime settimane i ministri dell’Energia e l’Ecofin arrivino a una decisione operativa. È stato anche l’auspicio di tutto il Consiglio, che ha ringraziato Draghi per il suo prezioso contributo.

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