F rosinone, Udinese, Genoa. Se quella di Coppa Italia poteva valere un po’ meno – intanto dopo Capodanno vai a San Siro senza pensieri a sfidare il Milan – le due vittorie in campionato del Cagliari tutto cuore fanno capire che il vecchio saggio non scherzava quando ti continuava a ripetere che «il nostro campionato comincerà a Salerno». Credevi in una manovra di marketing, come quando asseriva, l’anno scorso, che «il Modena è una squadra super organizzata», o che l’Ascoli «gioca un calcio spettacolare». No, stavolta diceva sul serio, perché chi meglio del vecchio saggio conosce ogni pertugio della Serie A, ogni trappola e soprattutto ogni piega di una rosa che aveva solo bisogno di tempo per presentarsi con l’abito buono al gran ballo del campionato.

Dionisio Mascia, nel suo punto tecnico, dà il suo “bentornato in Serie A” al Cagliari ed è questo il messaggio che arriva dalle ultime uscite della squadra rossoblù. A Salerno gli undici guidati dal vecchio saggio avevano dominato, ma non si ricordavano come si vincono quel tipo di partite. Con Frosinone, Udinese e Genoa il Cagliari ha messo a reddito una condizione mentale ottimale, un organico extralarge con il recupero di tutti i lungodegenti e, nelle due occasioni alla Domus, uno stadio che soffre, urla e alla fine canta, eccome se canta.

Dilly ding, dilly dong, ricordate? La campanella del vecchio saggio suona di sicuro nell’intervallo, perché è stato lì, in quel quarto d’ora segreto, che il Cagliari si è ridisegnato il futuro.

Da zero-tre a quattro-tre nel primo episodio della nuova serie, da zero a zero a due a uno nella seconda puntata, un finale targato Cagliari, con i cambi che la decidono, ieri due invenzioni di Nicolas Viola e Gabriele Zappa, due storie diverse eppure così vicine. Uno ha passato la trentina ed è il leader dello spogliatoio, l’altro di anni ne ha 23 ed è il “capo dei giovani”, così lo hanno soprannominato i senatori, perché è al quarto anno di Cagliari eppure ha sempre la mamma a portata di mano. Il Cagliari ora è dentro la stagione, dopo aver vissuto dietro le quinte, sbattuto ai margini da un avvio di campionato d’inferno. Faccia a faccia con le grandi, contro progetti tecnici allestiti con ben altri obiettivi.

Adesso il vecchio saggio ha la stanza dei bottoni con tutte le lucine al posto giusto, sa quale tasto premere ed è sicuro che funzionerà. Ieri ha vinto senza usare armi tattiche che in altri organici troverebbero di sicuro più spazio, come Pavoletti e Lapadula, Sulemana e Shomurodov. Ci sarà il loro momento, arriverà l’occasione perché sarà una stagione lunga e faticosa. Ma ora quella salita non fa più paura come prima, quando pareva insormontabile: la lezione del vecchio saggio, ovvero calma e nessuna concessione al teatro, allo scoramento, alle recriminazioni, adesso la conoscono tutti. Sabato sera, contro la Juventus, il Cagliari ci andrà in compagnia di Claudio Ranieri. Niente paura.

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