S arebbe difficile - e forse inopportuno - azzardare qualsiasi analisi, adesso, rispetto a quanto stiamo osservando avvenire alle porte dell'Europa. Tutto ciò appare superfluo quando è la vita stessa a perdere di significato, perché qualsiasi aggressione militare è anzitutto dolore e morte. Da un punto di vista pratico ognuno di noi dovrebbe porsi delle domande sul proprio ruolo in questo periodo storico. Ancor prima delle irritanti analisi e rappresentazioni da cui siamo “bombardati” in questi giorni, sarebbe saggio tentare di capire cosa vale davvero al di là delle parole.

R iprendo allora un commento del filosofo Massimo Angelini ed Esther Weber secondo cui gli ideali e i valori forti (tra cui il rifiuto della violenza) dovrebbero essere affermati senza compromessi. In questa prospettiva ciascuno di noi dovrebbe essere disposto a “pagare” concretamente qualcosa, soprattutto per vedere affermati quei principi. Ad esempio, nell’ottica di voler fare ognuno la propria parte, si avanza la proposta che “il gas russo sia garantito solo per gli ospedali, le scuole, le persone anziane, quelle malate: per noi un maglione in più, anche due”. Certo, ciò comporterebbe numerosi disagi, sacrifici per tutti, ma forse è giunta l'ora che tutti ci prepariamo “a fare la nostra parte e a rinunciare a una quota di energia e di beni di consumo, se di questo di tratta” perché “il desiderio di integrità” di coloro che sono d’accordo con gli stessi principi e valori è più potente di qualsiasi privilegio elitario o utilitarista. Se tutto questo potesse davvero accadere, forse per la prima volta nella storia dell'umanità, a un livello più intimo di ragionamento si potrebbe affermare che, tutto sommato, una fase così buia generata da un insieme di eventi - prima la pandemia e poi lo spettro di un imminente nuovo conflitto su scala planetaria - potrebbe essere davvero l'occasione da cui far rinascere un'umanità migliore. È forse questa la grande occasione di cambiamento epocale, l'opportunità di unità del genere umano che si riconosce nei valori della pace: essere pronti ad accettare, sollecitandola, un’azione di riduzione dei consumi, degli sprechi, di tutto ciò che può non esse re indispensabile alla vita, perché quelle azioni riscatterebbero le nostre coscienze dalle scelte che l’ hanno “contaminata”. Questo è il momento delle decisioni difficili, dell’accettazione di uno stile di vita più sobrio, è il pianeta stesso - ancor prima delle contingenze geopolitiche attuali - a richiederlo.Se qualcuno mi domandasse se sono preoccupato risponderei senza esitazioni, sì lo sono per me e per i miei cari, per tutta la miseria (non solo quella economica) che una guerra globale inevitabilmente porterebbe con sé, per il dolore che ognuno di noi dovrebbe affrontare. Ma se provassimo ad abbandonare il guscio egoistico nel quale ci siamo rinchiusi, ci accorgeremmo che questo è il momento per cambiare, uno di quegli shock di cui l’umanità ha bisogno per salire su un gradino più elevato di evoluzione e di convivenza futura. Con la consapevolezza che siamo pur sempre all'interno di un ciclo in continuo divenire : il dolore è parte inevitabile dell’ esistenza, o ccorre fare i conti con la capacità di misurarsi con la vita e con le sue numerose sfumature, per rinascere migliori.

© Riproduzione riservata