C ome si fa un governo? Prima di tutto, bisogna vincere le elezioni. Sembra una banalità, ma nelle ultime due legislature i governi sono stati tutto, tranne che l’esito di un chiaro risultato elettorale. La vittoria del centrodestra dunque è un ottimo punto di partenza, c’è una maggioranza chiara alla Camera e al Senato, è emersa una leadership forte, quella di Giorgia Meloni. Sono condizioni ideali, aiutano a superare i problemi di format (che ci sono sempre). La formazione dell’esecutivo è un gioco a incastri e mai questo processo è stato così influenzato dallo scenario internazionale.

Vediamo il dossier su Palazzo Chigi, lo dividerò in due parti, una ai caratteri in scena, l’altra al copione da interpretare. Il governo è una macchina enorme, complessa, vi partecipano centinaia di persone, ma alla fine il processo decisionale diventa una catena corta dove il premier ha l’ultima parola (e spesso anche la prima). Cinque sono i pezzi chiave: il premier, il ministro dell’Economia, il ministro della Transizione ecologica, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi. Vedo già accigliarsi i tradizionalisti, ma la mia cinquina ha una logica e un’agenda: lo scettro, i conti, l’energia, la macchina, il messaggio.

M a come? E il ministro dell’Interno? E gli Esteri? La Giustizia? E l’Industria? Tutti i ministri sono importanti, anche quello che appare marginale può fare grandi cose o produrre guai. Non sfugge a nessuno che l’elenco corrisponde alle grandi sfide della contemporaneità: la guida del Paese, la leadership che è responsabilità; la stabilità del bilancio, l’equilibrio fiscale e gli investimenti; la sfida energetica e la ricerca di nuove fonti sicure e efficienti; il funzionamento dell’officina del potere esecutivo; il messaggio in Italia e all’estero dell’azione di governo, l’informazione che è il pilastro della democrazia. Aggiungo alla cinquina altri due elementi fondamentali, dato il contesto storico: il ministro della Difesa e l’Autorità delegata ai Servizi Segreti. Le ragioni sono evidenti: siamo un Paese che si affaccia sul Mediterraneo, teatro di una competizione intensa sul fronte orientale, baluardo al confine Sud dell’Europa, fondatore della Nato, che deve tutelare l’interesse nazionale (a cominciare dalla sicurezza industriale) nel quadro delle relazioni euro-atlantiche. Questi dunque sono i magnifici 7, da qui parte la rosa di nomi che Giorgia Meloni sottoporrà al Presidente Sergio Mattarella.Qui piazzo il chiodo per appendere il quadro dello scenario internazionale e tradurre in prassi la teoria esposta. La guerra in Ucraina ha aperto un nuovo capitolo della storia, non sappiamo ancora quale sarà l’esito del conflitto, ma ne subiamo l’impatto, vediamo gli effetti sulla vita quotidiana, la guerra è un acceleratore di fenomeni che erano già in corso, primo fra tutti, l’inflazione. Niente sarà più come prima, è in corso un duro confronto tra l’Occidente e “il resto del mondo”. E qui emergono le competenze e il lavoro dei magnifici 7: il premier guida l’esecutivo, fa la politica estera nei vertici internazionali e garantisce l’unità del Consiglio dei ministri sui vari dossier; il ministro dell’Economia prepara le politiche per il fabbisogno, le entrate e le uscite (siamo in un’economia di guerra), protegge l’industria italiana, porta sul tavolo dell’Ecofin i nostri conti e propone soluzioni innovative per sostenere la crescita; il ministro della Transizione Ecologica realizza il piano energetico nel nuovo scenario globale, senza dogmatismi, mixando le fonti per garantire sicurezza, favorendo la ricerca e gli investimenti nel settore, tutelando le imprese e le famiglie dagli shock dei prezzi e dalla scarsità delle materie prime; il sottosegretario alla presidenza del Consiglio mette in cantiere i provvedimenti del governo, tesse la tela tra l’esecutivo e il Parlamento, tutela il primato della politica rispetto alle Alte Burocrazie e alle strutture tecnocratiche che dove non trovano ostacoli diventano dispotiche - governa e non parla mai, il suo primo requisito è la riservatezza; il ministro della Difesa calibra l’uso dello strumento militare in Italia e nelle missioni all’estero, coordina gli investimenti militari (sono il pilastro dello sviluppo tecnologico del paese); l’Autorità delegata è al timone dei nostr i Servizi Segreti, spionaggio e controspionaggio, analisi e prevenzione, anti-terrorismo e cybersecurity, un compito delicatissimo; il responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi traduce in messaggio l’azione del governo, supervisiona i discorsi del premier (che dovrebbero essere affidati a uno speechwriter), i comunicati del Consiglio dei ministri, lavora con i portavoce dei ministri al fine di assicurare un’unità del messaggio (e evitare dissonanze nelle quali i governi rischiano di impantanarsi e poi cadere), tiene i rapporti con la stampa e i grandi news network internazionali che fanno (e disfano) l’immagine del nostro Paese nel mondo.Ecco come funziona un governo. E perché dovrà essere di alto profilo. Probabilmente sarà guidato per la prima volta nella storia da una donna. Ho il taccuino squadernato, sarà la prima grande notizia da impaginare.

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