R apidità. Online l’immediatezza è diventata tale che, per i più giovani, un minuto fa è già parte del passato remoto. La soglia della loro attenzione si è talmente ridotta da durare, ormai, pochi istanti soltanto. In molti sono diventati sempre più impazienti e irrequieti: vittime di un’accelerazione che comincia a somigliare alla centrifuga di una lavatrice. Vogliono tutto e subito: spesso a discapito della verità. Al contrario, i pensionati sembrano essere rimasti gli ultimi custodi della lentezza. Gli unici capaci di resistere all’ammaliante tentazione della rapidità.

I n Italia, gli over 65 che usano Facebook sono meno del 5%. Nel resto del mondo il loro coinvolgimento è spesso più rilevante, tanto che, già nel 2013, l’autorevole testata Forbes ipotizzava che i social senior sarebbero presto diventati un numero talmente significativo da rendere necessarie specifiche strategie di marketing a loro mirate. Secondo Forbes gli over 65 diventano “social” principalmente per restare in contatto con il resto della famiglia, per condividere fotografie e per intrattenersi.

Nel suo blog, Andrea Tamburelli ci svela che le inquadrature dei film degli anni Trenta reggevano, in media, una decina di secondi. Oggi durano molto meno della metà. Insomma, la rapidità suggerita dal web sembra essersi estesa per osmosi anche al cinema, alla musica e alla letteratura.

Mafe de Baggis, una stimata conoscitrice dei fenomeni online e delle loro ramificazioni mi spiegava, tempo fa, che grazie agli smartphone, i social media sono entrati a far parte delle nostre vite in maniera integrata: mentre prima per collegarsi a Internet era necessario un computer e un abbonamento, adesso spesso ci si ritrova connessi senza averlo deciso. A suo giudizio, i motivi principali che portano i più anziani a rivolgersi ai social network sono principalmente tre: la solitudine (nel caso di una scelta consapevole, che spinge a superare la barriera iniziale pur di entrare in contatto con più persone), i propri hobby (magari quando, per restare in contatto con un club o con gli amici, ci si iscrive a un gruppo Facebook) e la famiglia: soprattutto i nipotini.

Ed è proprio vero che Skype e Whatsapp, specialmente durante la pandemia, hanno reso felici tante famiglie che hanno potuto condividere affetto e amore nonostante il labirinto delle restrizioni e delle paure. Dunque, ai custodi della lentezza va dovrosamente ricordato che i social media rappresentano una finestra aperta sul mondo: proprio come un libro o un film. Con la differenza che, volendo, chi sta dall'altra parte può rispondere e arricchire la tua vita con uno scambio attivo e diretto grazie alla possibilità di un’interazione personale che il cinema e la televisione non hanno mai saputo offrire.

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