N oi tutti, nessuno si senta escluso, dobbiamo prendere atto che l’anno che stiamo vivendo, il 2022, sarà uno spartiacque fra un prima ed un dopo. Il prima, a cui noi tutti abbiamo fatto riferimento, è stato un tempo nel quale sapevamo esserci delle certezze. Potevamo contare su estati lunghe che presentavano le temperature più elevate fra luglio ed agosto, con primavere ed autunni spesso gradevoli. Con piogge che arrivavano periodicamente in aprile e novembre e nevicate invernali sopra una certa quota. Il dopo è quello a cui stiamo assistendo anche in Sardegna.

S ono i fenomeni correlati ai cambiamenti climatici. Chi si occupa del clima, ne studia l’evoluzione ormai da tempo e ha accertato che esiste una relazione tra il consumo dei combustibili fossili, l’aumento delle concentrazioni di Co2 nell’atmosfera e l’aumento delle temperature del nostro pianeta e dei mari. A questo proposito alcuni scienziati ed esperti hanno rivolto un appello a cui è seguita una petizione su change.org ai partiti politici perché considerino la lotta ai cambiamenti climatici ed alla crisi conseguente come la base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire. Poiché i cambiamenti climatici hanno un’origine antropica, derivano dall’attività dell’uomo, è evidente che sarà necessario studiare ed agire sui modelli sociali, produttivi, sui consumi delle persone, sulla loro salute e non per ultimo sulla libertà individuale di ciascuno di noi.

L’Olanda è famosa per i suoi allevamenti intensivi, 100 milioni fra mucche, maiali e galline. La proposta del governo, che segue le indicazioni della UE nella lotta all’inquinamento, è quella di ridurre del 70 % la produzione di azoto e anidride carbonica derivante dall’inquinamento dei terreni per le feci e le urine degli animali. I capi da abbattere sarebbero decine di migliaia e 11.200 aziende dovrebbero chiudere o riconvertirsi. Il governo per la riconversione stanzierebbe 25 miliardi da qui al 2030, ma le province ancora non hanno presentato alcun piano.

Ma sono le città il crocevia che mette assieme gran parte della popolazione non solo occidentale. Nelle città si sommano gli inquinanti degli scarichi delle auto e l’uso estensivo di combustibili fossili ad uso domestico. Tant’è che spesso i livelli cittadini d’inquinamento si avvicinano a quelli delle zone industriali. Ma qualcosa si muove. Copenaghen è una citta di quasi 650mila abitanti. Si è data un obiettivo: azzerare i mezzi alimentati con combustibili fossili entro il 2025. Parte da una condizione di vantaggio conquistata nel tempo. Il 44% di tutti i cittadini che vanno a lavorare o studiare usano la bicicletta tutto l’anno. Ed ancora su mille abitanti solo 253 hanno l’automobile. Contro 663 in Italia e di 653 nella città metropolitana di Cagliari.

Che prospettive temporali e quali risultati dovrebbe conseguire la Sardegna?Non è chiaro come si possa e voglia passare ad una società a zero emissioni e in che tempo cominciando dalle città. È desolante vedere le strade del nostro capoluogo piene d’auto con le tante piste ciclabili quasi vuote. Viviamo un tempo che sarà uno spartiacque delle nostre vite e per prima cosa bisogna pensare a come strutturarle per attenuarne gli effetti negativi. Ma altrettanto dobbiamo combattere le cause che determinano questi cambiamenti.

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