I l cameriere di Sartre è stato tirato per la giacca da svariati critici; io propendo per la versione di David Laing che vi legge una magistrale descrizione della schizofrenia. «Ha il gesto vivace e pronunciato, un po’ troppo preciso, un po’ troppo rapido, viene verso gli avventori con un passo un po’ troppo vivace, si china con troppa premura, la voce, gli occhi, esprimono un interesse un po’ troppo pieno di sollecitudine per il comando del cliente, poi ecco che torna tentando di imitare nell’andatura il rigore inflessibile di una specie di automa»

E prosegue: «Porta il vassoio con una specie di temerarietà da funambolo, in un equilibrio perpetuamente instabile e perpetuamente rotto, che perpetuamente ristabilisce con un movimento leggero del braccio e della mano. Tutta la sua condotta sembra un gioco. Si sforza di concatenare i movimenti come se fossero degli ingranaggi che si comandano l’un l’altro, la mimica e perfino la voce paiono meccanismi; egli assume la prestezza e la rapidità spietata delle cose» (da “L’essere e il nulla” di Jean Paul Sartre.)

No, il cameriere non sta giocando a essere cameriere, sta mettendo in gioco il suo essere, realizza la sua condizione di cameriere con disperazione sottesa, “in un equilibrio perpetuamente instabile”. È se stesso e il cameriere che interpreta, è schizofrenico. La stessa impressione (non avrei saputo descriverla meglio) la trasmettono Charles Michel, Joseph Borrell e soprattutto Ursula Von der Leyen, ognuno di essi disperatamente teso a comunicarci di rappresentare, d’essere l’Europa Unita. Un trio, se paragonato ai grandi che hanno fatto l’Europa, di perniciosa mancanza di visione, di mediocre spessore politico, di lontananza siderale da una caratura da statisti (anche semplicemente da comunicatori).

Negli ultimi anni, di fronte alla pandemia, alla guerra e adesso al fallimento dei calcoli sull’evoluzione del confitto, sul collasso russo, sull’efficacia delle sanzioni, sull’unità del mondo contro Mosca e sull’unità dell’Europa stessa di fronte all’inflazione e alla recessione, questi tre (affiancati dall’espertissima Lagarde che gioca a fare il presidente della Banca Centrale Europea) si sono comportati come il cameriere di Sartre imitando spesso il rigore inflessibile, talvolta la temerarietà da funambolo, sempre i movimenti e i discorsi da automa. Procedendo a tentoni, smentendosi da un giorno all’altro. Osserviamoli: il problema è che veramente ci credono, sono convinti di guidare l’Europa e che i popoli li seguano – domandiamoci anche se abbiano davvero coscienza dell’esistenza dei popoli oppure, come dimostrano, concepiscano solo governi e banche.

Immaginiamo cosa sarebbe successo se nel 2022 ci fosse stato un esercito europeo: chi sarebbe oggi il comandante in capo, la Von der Leyen o Michel? E al grande Borrell che compito sarebbe spettato, di gestire i rapporti con Erdogan e Xi Jinping? Dopo i vaccini, chi all’approvvigionamento delle munizioni? Dio mio, ancora non abbiamo interiorizzato la brillante mossa di permettere alla Germania di riarmarsi (non leggiamo la storia?) e dovremmo ubbidire all’emotività di questo trio che in poche settimane passa dall’urgenza di una transizione ecologica per niente studiata nei suoi risvolti sul tessuto socio-industriale dei Paesi alla colpevolizzazione di noi cittadini per un autunno che si annuncia fosco come mai? Non hanno azzeccato una previsione, non hanno calcolato gli impatti che le loro mosse avrebbero provocato, hanno sottovalutato la globalizzazione e l’inflazione, stanno gettando l’Europa in recessione, eppure seguono sempre gli stessi riti da consunta mona rchia, convinti che appena “un movimento leggero del braccio e della mano” o un discorso sempre lo stesso sui valori possa bastare a convincere il mondo. Qual è il piano per l’autunno, invece, possiamo conoscerlo? Qualcuno può dirci, senza mentire, a cosa andiamo incontro? Sentiamo ipotesi affascinanti, mai funzionanti nella storia, di prezzi bloccati e per contro rumori allarmanti sulla tenuta dell’Italia e del suo debito. La stessa Lagarde è stata limitata nel suo tentativo di creare uno scudo protettivo per chi non sa volare (la solita Grecia, la solita Italia…) e l’orizzonte non si rischiara. Dove stiamo scivolando mentre l’orchestra suona?

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