Nicolas Maduro tira dritto.

Neanche gli appelli della Santa Sede fermano il presidente venezuelano.

Si è insediata ieri l'Assemblea nazionale costituente, nel Salone ellittico del palazzo del Campidoglio, dove ha sede il Parlamento controllato dall'opposizione, che viene così sfrattata.

Il chavista Soto Rojas prima dell'inizio dei lavori ha promesso la liberazione del Paese dallo "sfruttamento straniero e dalla borghesia nazionale".

LA PROCURA ASSEDIATA - Intanto Luisa Ortega Diaz, la procuratrice generale del Venezuela anti-Maduro, è stata rimossa dall'incarico.

La donna poche ora fa ha denunciato "l'assedio" alla sede della procura a Caracas da parte di un contingente della Guardia nazionale bolivariana.

"Denuncio questa azione arbitraria di fronte alla comunità nazionale e internazionale", aveva scritto su Twitter, assieme a una fotografia che mostrava i militari muniti di scudi intorno all'edificio.

UNA DELLE DENUNCE DELLA ORTEGA:

LE PROTESTE - Nel frattempo, per le strade del Paese, sono scesi i manifestanti, pro e contro Maduro.

I sostenitori del presidente hanno sfilato verso il Campidoglio, quasi tutti vestiti di rosso e con in bella mostra poster dell'ex presidente Hugo Chavez e di Simon Bolivar.

Parallelamente, hanno manifestato anche gli oppositori, e non sono mancate le tensioni. Anche se questa volta non ci è scappato il morto.

A Caracas gli agenti hanno usato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti, a Chacaito, periferia est della Capitale, i membri della polizia nazionale bolivariana hanno sparato palline di gomma.

Ci sono alcuni feriti, tra cui la deputata di opposizione Amelia Belisario.

Intanto, il leader dell'opposizione Antonio Ledezma, incarcerato lo scorso 1 agosto, è stato riportato agli arresti domiciliari.

(Redazione Online/L)

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