La Costituente voluta dal presidente venezuelano Nicolas Maduro, avversata con forza in Patria, non convince nemmeno i leader di diversi Paesi del continente americano che hanno apertamente condannato la "rottura dell'ordine democratico" in Venezuela.

Non solo, in un summit che si è svolto a Lima, in Perù, hanno annunciato che non riconosceranno l'Assemblea Costituente e le decisioni che prenderà.

In un documento emesso dopo la riunione, si esprime infatti il "pieno sostegno e solidarietà" al Parlamento controllato dall'opposizione e si condanna "la mancanza di elezioni libere, la violenza, la repressione e la persecuzione politica, l'esistenza di prigionieri politici".

Il testo è stato firmato da 13 Paesi dell'America - tra cui Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Panama, Paraguay e Perù - ma rappresenta il sentimento di tutte e 17 le Nazioni riunite nella capitale peruviana.

A stretto giro, è arrivata la risposta di Maduro. Il vertice di Lima è servito per "creare una congiura contro l'unione della nostra America", lanciata da un gruppo di Paesi che "seguono gli ordini

dell'imperialismo americano per continuare ad aggredirci", ha detto il ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza.

Poche ore prima l'Assemblea Costituente, insediatisi con la forza nell'emiciclo dove si svolgono le sedute del Parlamento, si è dichiarata al di sopra di tutte le altre istituzioni governative varando un decreto nel quale si dispone la subordinazione di tutti i poteri pubblici alla Costituente stessa.

(Redazione Online/m.c.)

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